lunedì 17 gennaio 2011

ACCETTA IL BUONO...

...perchè tanto il cattivo te lo fanno accettare per forza.

Penso che siamo la generazione delle seghe mentali.
Ci avete fatto caso?
Su ogni cosa ci elucubriamo settimane mesi ed anni, analizziamo, smontiamo, guardiamo da tutti i punti di vista, sezioniamo accadimenti e sentimenti come se fossero cavie da laboratorio a perdere.

Ci perdiamo, ci  beiamo in questi ragionamenti circolari, che si mordono la coda e tornano sempre su se stessi, lasciandoci sempre più stanchi, sempre più perplessi ed a volte infelici.

Accetta il buono.

Stiamo a valutare se i nostri figli vanno abbastanza bene a scuola o se sono abbastanza educati, e se prendono un 5 ne facciamo una tragedia e ci roviniamo la giornata. Pazienza i ripetuti 9 della scorsa settimana. Stiamo a controllare ogni parola dei nostri amici per vedere se ci tengono a noi quanto noi a loro, e se capita un momento di stanchezza, l'amicizia viene smontata, analizzata, recriminata e messa in dubbio. E anni di devozione buttati al vento.

Accetta il buono.

Stiamo ad analizzare lo sguardo del nostro compagno o compagna per scorgerci la scintilla della menzogna, l'indizio del tradimento (quando non guardiamo direttamente il suo cellulare....) o al contrario la conferma della sincerità, e non troviamo mai quello che cerchiamo. Ci chiediamo il motivo di tutto... perchè fa questo, perchè non fa quello. Cosa si nasconde dietro ogni gesto. Quale misterioso motivo muoverà le sue azioni.

Accetta il buono.

Non siamo più capaci di rilassarci. Le rotelle continuano a girare, il cervello a correre a 1000 giri al secondo, non ci lascia tregua ne requie, non ci lascia riposo.

Pensiamo oggi per controllare il domani. Ci illudiamo di tenere sotto vetro il futuro.

E poi?
Poi magari domani andiamo sotto a un TIR... o ci viene diagnosticata una malattia grave. O il nostro compagno resta senza lavoro, o nostro figlio sparisce come spariscono in tanti.

E allora? A cosa sono serviti tutti i nostri ragionamenti? Cosa ci hanno portato di buono?
Niente, ecco la verità. Un bel niente.

Abbiamo tutto. Abbiamo famiglia, figli, mariti o mogli che amiamo, abbiamo un lavoro e degli amici. La notte stiamo al sicuro e alla luce, l'inverno stiamo al caldo e all'asciutto. Il cibo non manca mai sulle nostre tavole, il necessario, il superfluo e il francamente inutile, e nemmeno l'acqua. Ci riscaldiamo con vestiti adatti quando nevica e ci concediamo bagni di mare per rinfrescarci quando fa caldo.
Non ci manca niente.  E così, non avendo più l'assillo della sopravvivenza... il nostro cervello si trova altri modi per tenersi impegnato. Peccato che fa danni.

Non sappiamo più accettare il buono. Dobbiamo andarci a cercare il cattivo per forza. E se non c'è, ce lo costruiamo ad hoc, per non sbagliare.

E se domani andremo davvero sotto un TIR - chi può dirlo -  avremo rovinato con le nostre mani gli ultimi attimi della nostra vita. O di quella altrui.

Congratulazioni.





5 commenti:

  1. Sinceramente non sono d'accordo con quanto hai scritto. Certo ci sarebbe da riempire una settimana di post per definire la realtà attuale che si forma nella mente delle persone ma, limitandoci all'essenziale, non è cambiato il modo di vivere, non ci si fa più pippe mentali del solito, si è solo cambiato il punto su cui applichiamo queste pippe mentali.

    Fin dall'antica Grecia i filosofi si riunivano per cercare un modo con cui sforarsi il cervello nel capire le fondamenta della vita, dal riso al pianto, al perché i peli crescono in funzione della volontà degli dèi.

    A partire dal Medioevo si rifletteva sul metodo di tortura più figo per l'inquisizione e come e dove trovare streghe e stregoni.

    Ma anche nel rinascimento ci si smacellava gli attributi neuronali su come far funzionare in modo più figo il bello, le armi, l'arte.

    Fino ai filosofi dei giorni nostri che sono riusciti a passare nottate sane senza sosta per capire se la parola "pragmatico" fosse consona al significato che gli si offre piuttosto che alla radice vera della locuzione da cui trae l'etimologia...

    Insomma, per dire le cose come stanno: l'uomo non ci sa stare fermo co' sto cervello.

    Adesso è sceso a fatti più materiali, più comuni e si preoccupa del fatto che i capelli non sono setosi e lucenti come le strafighe della pubblicità, che il figlio ha preso 5 quindi non siamo bravi genitori/insegnanti/educatori.

    Beh, mia cara... ci si adatta ai tempi.

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  2. Hai ragione,
    ma io parlavo delle cose di tutti i giorni.
    Di quando ti capita una bella cosa, e tu stai li a elucubrarci sopra fino a farla diventare brutta... o non così buona.

    Per esempio se il tuo compagno o compagna ti fa un regalino inaspettato. Io, di mio, sarei contenta e penserei: "guarda che cosa carina"! ma invece sento tante persone che dicono "ecco avrà qualcosa da farsi perdonare". Così elucubrando elucubrando, si perde la bellezza e si sguazza nella... ehm. beh. nella merda, per dirla come va detta. anche quando la merda non ci sarebbe. ce la creiamo noi.

    Intndevo questo.

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  3. Il contesto è legato, credo, alla grande possibilità che abbiamo di conoscere e sentire pareri diversi di ogni parte del mondo. Mi spiego meglio, attenzione però sono esempi banali ma servono a far capire il concetto:
    Partendo dal presupposto che un uomo inviti una donna solo per rimorchiare (non è detto sia sempre vero), in Sicilia una ragazza fidanzata non esce MAI con un amico da sola, mentre in Emilia si.

    Ora ci troviamo di fronte una ragazza siciliana che ha molta fraternizzazione con gli emiliani e crede non ci sia nulla di male nell'uscire con un amico per bere qualcosa fuori. Il ragazzo siciliano anch'egli comincia a stilare un gran pippone infinito appunto sfregandosi il cervello di pippe mentali più inverosimili.

    Ecco spiegata la nascita delle pippe mentali in parole molto banali e molto scontate.

    Le pippe mentali ce li creiamo perché adesso vediamo più in là del nostro circondariato e spesso e volentieri non sappiamo dosare le giuste dosi di conoscenza in funzione alla ragione.

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  4. ...qualche volta però è solo colpa del ciclo... ;)

    la fra sloggata

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