lunedì 25 settembre 2006

REPORT SPECIAL

Ho seguito la puntata di ieri sera di Report Special, su RaiTre.
Di solito non lo faccio perchè mi incazzo troppo, tuttavia l'argomento era l'attentato al WTC del 11 settembre, pertanto mi è parso doveroso ascoltare. E' vero, si tratta di un programma di "giornalismo investigativo" che va a sfruculiare nel torbido a volte persino più del dovuto, ma ragazzi... ieri sera mi si sono rizzati i capelli sulla testa.

L'ipotesi velatamente (ma mica tanto) presentata è che il governo degli stati uniti fosse come minimo tacitamente assertivo - se non attivamente coinvolto - negli attacchi aerei. Sulla base di alcune risultanze che qui vi espongo con necessaria brevità.

1. La versione ufficiale è che le torri gemelle siano crollate sotto il peso degli aerei improvvisamente piombati loro addosso e degli incendi in seguito sviluppati. ma dall'analisi dei crolli fatte tramite le innumerevoli sequenze filmate disponibili sembra che le torri siano state minate, e siano crollate alla maniera in cui cadono i palazzi che vengono volontariamente abbattuti. Lo stesso dicasi per l'edificio no. 7 tel WTC, crollato anch'esso al medesimo modo, senza che alcun aereo vi si abbattesse sopra.

Se il WTC è stato davvero minato, si apre la questione di chi lo abbia fatto, e quando. E in quanto tempo. E se i controlli di sicurezza non abbiano funzionato (gravissimo) oppure se proprio non ci siano intenzionalmente stati (ancor più grave)

2. esistono procedure che prevedono, in caso di un aereo che esca dalla sua rotta senza rispondere ai richiami della torre di controllo, che tale aereo venga intercettato da caccia militari allertati dal controllo aereo. Questo ha funzionato, ad esempio, nel 1999 nel caso di un piccolo velivolo schiantatosi lontano dalla sua rotta - un caso famoso perchè vi ha trovato la morte un famoso golfista. in qualcosa come 21 minuti dall'uscita di rotta, 2 F16 si sono affiancate all'aereo che sarebbe poi precipitato. L'11 settembre invece, pare che TUTTI gli apparecchi militari eccezion fatta per 8 - dico 8 di numero in tutti gli stati uniti - aerei fossero impegnati in esercitazioni e simulazioni anche fuori dal territorio americano; inoltre le comunicazioni erano rese difficili dal fatto che non si capiva - a quanto dicono gli interessati - se le informazioni che passavano fossero relative alle esercitazioni oppure fossero reali. Insomma il caos totale, e gli aerei non sono stati intercettati per tempo.

3. A quanto pare non ci sono resti, residui ne fotografie o filmati relativi all'aereo caduto sul pentagono. Volatilizzato. Il foro d'entrata dell'aereo nell'edificio a quanto pare ha un diametro di circa la metà di quello dell'aereo che l'avrebbe colpito.

4. nel 2000 (o nel 1999 non ricordo) sembra ci fosse un'intenzione della presidenza circa un'operazione bellica in Iraq, a scopi forse economici (vi ricordo gli ineteressi petroliferi della famiglia Bush), ma un sondaggio condotto tra gli americani (sarebbe meglio dire tra gli elettori) mostrò che oltre la metà della gente intervistata era contraria all'impiego delle armi nuovamente nel golfo persico. Pare esista un rapporto alla casa bianca che dice che per portare la gente a cambiare idea sarebbe stato necessario "un evento catalizzatore tipo Pearl Harbour". un anno dopo, ecco l'evento.

5. a seguito del crollo del WTC sono stati liberati nell'atmosfera newyorkese tonnellate di residui e pulviscoli, alcuni anche tossici (diossine, metalli pesanti di vario genere tra cui piombo, amianto ecc...). Due giorni dopo, dicesi due giorni dopo l'evento, la commissione per l'ambiente da il via libera a tutti di rientrare nelle proprie case, testimoniando che l'aria è OK. La verità sembra invece che ci fossero concentrazioni di sostanze tossiche tra le 600 e le 1300 volte superiori al consentito, ma che questo sia stato non solo taciuto, ma nascosto al fine di riaprire Wall Street. Oggi, oltre metà delle persone abitanti nell'aerea e dei volontari/pompieri/chivoletevoi che hanno lavorato a Ground Zero soffrono di malattie respiratorie.

Ora io francamente non so se tutto questo sia vero. Non ne ho idea.
Quello che penso è che se anche solo la metà di questo corrisponde a verità, allora forse nel caso del terrorismo di matrice islamica non ci sono i buoni e i cattivi, ma i cattivi e quelli ancora più cattivi, e che francamente da qualunque parte dell'oceano stiano, siamo ben ben mella merda tutti quanti.

parere personale.

A.

venerdì 22 settembre 2006

MADRI E FIGLIE

Certe madri non imparano mai,
e certe figlie nemmeno, a volerla dire tutta.
Abbassi la guardia un attimo, ed eccoti servita, una bella stilettata ad hoc di quelle che erano anni che non ne vedevi più arrivare.

Ed in un attimo sei di nuovo la figlia inadeguata, la bambina cattiva.

Rialzi la guardia immediatamente
giuri e spergiuri che non lascerai che accada di nuovo.
Ma in 30 e passa anni quante volte hai fatto a te stessa quel giuramento? Hai smesso di contarle circa 15 anni fa, quando non ti sono più bastate le dita, incluse quelle dei piedi.
E sai benissimo, nel momento stesso che lo stai formulando, che non lo manterrai.
Che starai allerta per un po', che le cose miglioreranno, e che quando abbasserai la guardia di nuovo (perchè lo farai, oh se lo farai) zac, di nuovo tutto daccapo.

Certe frasi sono dette per ferire, non ci sono storie.
E se ti fa strano pensare che tua madre agisca con consapevole cattiveria, ad un certo punto devi arrenderti all'evidenza che o è così, o è stupidità. E' una dinamica che va avanti da troppo tempo, la strategia del senso di colpa è troppo radicata per essere casuale. E a parte tutto, tua madre non è stupida.

Ingoi, perchè non puoi fare scenate davanti a un bambino di 6 anni. Lui devi tutelarlo, a costo di tenerti quel familiare nodo nello stomaco fino alla fine dei tempi. Ingoi. La voce tace, ma la pancia urla.

Se ti lasci prendere dai ricordi, è finita, la notte insonne è assicurata.
Ma  tutti i tasselli del mosaico vanno al loro posto verso le 3 del mattino, quando l'emotività è stemperata dalla razionalità dei tuoi 35 anni, quando puoi guardare le cose con un po' di distacco, perchè ora è tutto diverso, dormi in un letto tuo, in una casa tua, con una tua famiglia, che gestisci come tu decidi e desideri. Il tempo del pianto chiusa in bagno è passato per sempre.

Sei una Donna cazzo. Mettiti a dormire.

martedì 19 settembre 2006

SULLA LIBERTA'

O meglio, sul mio concetto di libertà, poichè non desidero essere arrogante o presuntuosa nel ritenere che tutti abbiano la mia medesima opinione.

La libertà è il bene maggiormente agognato da tutti, è forse l'unica cosa che sia veramente universale, che sia auspicabile per ogni persona di ogni nazionalità, sesso, religione, professione o cultura.
Vogliamo tutti sentirci liberi e lo facciamo "liberandoci" appunto di ogni ostacolo sulla via verso la perfezione: un marito geloso, un capo intransigente, un'amicizia ingombrante, una madre onnipresente.

Molte donne sopportano questo tipo di persone, e per sfuggirvi attuano strategie che di fatto le rinchiudono in una prigione, e neppure se ne rendono conto, e la chiamano libertà. Perchè riescono apparentemente a fare quel che vogliono, ma a quale prezzo?

Abbiamo voglia di un pomeriggio di tranquillità. Andiamo dal nostro capo e gli inventiamo una dolorosa seduta dal dentista (susu, non fate quella faccia, l'abbiamo usata tutti questa scusa ;-) otteniamo la nostra desiderata mezza giornata di permesso e la usiamo per andare a far shopping. Siamo libere? Non direi.

Abbiamo un ex fidanzato che non si rassegna, cambiamo il numero di cellulare per farlo smettere di chiamare alle 3 del mattino. Raggiungiamo lo scopo, ma siamo libere? Non direi.

Viviamo ancora con dei genitori magari un po' vecchio stampo che amano sapere tutto della nostra vita, quante volte ci sentiamo consigliare o utilizziamo l'adolescenziale principio "di loro quello che vogliono sentire e poi fai quel che ti pare"?? E' libertà questa?

E che dire di un marito eccessivamente geloso? Abbiamo voglia di un aperitivo con le amiche, ma non possiamo dirglielo perchè si arrabbierebbe... allora inventiamo una riunione improvvisa per farlo star tranquillo. Con le amiche usciamo, si, ma lo facciamo da donne libere?

La libertà sta dentro noi stesse.
Se siamo costrette a nasconderci per ottenere o fare quel che desideriamo non saremo mai libere.
Costruiamo attorno a noi una prigione, poco a poco, mattone per mattone, che ci tiene dentro, belle chiuse nel nostro nido di segretezza, con sulla testa la spada di damocle dell'incrinarsi della nostra torre, che metterebbe in crisi tutta la nostra vita.

Libertà è non nascondersi. Libertà è dire al capo che quello che facciamo con le nostre ore di permesso sono affari nostri, libertà è dire a nostro marito che un aperitivo con le amiche non mette in crisi un matrimonio e a nostra madre che la nostra vita è nostra e ne facciamo quel che crediamo. Libertà è anche il coraggio - e la responsabilità - delle nostre opinioni, da difendere e da sostenere anche quando sono scomode, davanti a chiunque, con calma ma con fermezza. Perchè le nostre opinioni sono lo specchio di quello che siamo, e abbiamo il diritto ed il dovere di essere accettate per tali.

Libertà è aver costruito nel tempo rapporti di fiducia e non di dipendenza con le persone che vivono vicino a noi, che non vengano compromessi dallo spazio che desideriamo prenderci per noi stesse, o da una menzogna raccontata malignamente (o peggio, da una menzogna "a fin di bene")

La libertà sta dentro noi stesse, è il nocciolo - o meglio la ricerca del nocciolo - del nostro io più intimo

Ed è anche una delle cose più difficili da conquistare in assoluto, la libertà quella vera.

lunedì 18 settembre 2006

ORDUNQUE...

Immaginavo che il mio precedente post avrebbe suscitato qualche leggero commento.
Avevo pensato che sarei stata additata come "amica del giaguaro" e mi preparavo a rispondere a questo. Ma... in verità quei (pochi) fidati intimi che mi leggono sono parsi attratti da tutt'altro.

Vai a capire.

Il commento che ho ricevuto è stato "aaahhh ma allora vedi che sei religiosa, se sei intransigente come Bernardo Guy?"


Bene, passo a spiegare.

Essere religiosi NON significa riconoscersi nella chiesa cattolica. Lo so, probabilmente pecco di presunzione (o di ingenuità) a voler parlar tanto chiaro, ma che potete farmi, bruciarmi sul rogo? Al diavolo ;-)

Io credo che sia giusto e doveroso essere intransigenti in fatto di religione. La religione implica - per coloro che ci credono - un diretto e personale repporto con una divinità, non mi pare cosa da prendersi sotto gamba.

Ora io resto sempre un po' basita davanti a chi dice che la chiesa cattolica (ne parlo perchè siamo in italia e l'abbiamo continuamente sott'occhio) deve adeguarsi ai tempi se non vuole perdere credibilità, e deve aggiornare i suoi dogmi in materia di divorzio, aborto, contraccezione, omosessualità ecc.... Dico. Stiamo veramente dicendo che Dio deve adeguarsi ai cambiamenti sociali umani?

Io sono una fautrice del rigore religioso nel senso che se credi che Dio abbia parlato, beh, difficilmente sarà possibile fargli cambiare idea. Pertanto quelle direttive che per chi ci crede arrivano direttamente dalla sua voce non possono giustamente essre modificate. La chiesa cattolica è una istutuzione privata, potente, numerosa, e che ha tutti i diritti (e i doveri, se parliamo di ciò che Dio ha dettato) di mantenere un ferreo rigore AL SUO INTERNO.
E' una organizzazione che si da le proprie regole, chi desidera farne parte, le accetta.

Altro è il discorso quando si pretende che tali regole diventino legge dello stato, e pertanto che debbano valere per chi fa e per chi non fa parte di quella organizzazione. Questo non è accettabile, mai, in nessun caso. Come se io dovessi sottostare alla legge francese pur abitando in italia, per dire.

Ma chi sceglie una via ne accetta le regole, non ha senso dire "si, sono cattolica, vado a messa, ma non ho intenzione di mantenermi casta fino al matrimonio". Allora non sei cattolica, magari credi in dio (o in un dio) ma non sei assolutamente cattolica; dillo e prenditi le tue responsabilità.

Ancora meno senso ha chiedere che la chiesa di adegui ai tempi. NO.
Se ne sente l'esigenza appunto perchè le regole che la Chiesa si è data nel tempo sono passate a regolare la vita dei cattolici e dei non cattolici, ma la soluzione a questa assurdità non è pretendere che un Dio si adegui alle nostre esigenze.

Con questo non voglio dire che io sia dello stesso parere del prete riguardo agli omosessuali o all'aborto. Però sono del parere che quando ti metti sulla strada di Dio (qualunque sia il dio che preghi) devi accettare le sue regole, non pretendere di imporgli le tue.

venerdì 15 settembre 2006

ORIANA, IL PAPA ED ALCUNE CONSIDERAZIONI

La morte di Oriana Fallaci, nota e apprezzata portabandiera dell'orgoglio occidentale contro il terrorismo di matrice islamica, arriva nel pieno della bufera scatenata dalle ultime dichiarazioni di Benedetto Decimosesto su Maometto.
Non le ho sentite in diretta, tali considerazioni, ma a quanto mi consta ha detto qualcosa come "cercate cosa ha fatto Maometto e troverete solo cose brutte". O simili. Le reazioni del mondo islamico sono state immediate e comprensibilmente abbastanza risentite.

Io ho sentito la notizia stamattina in macchina mentre venivo al lavoro (lo sciopero dei mezzi mi costringe a lunghe cavalcate sulle 4 ruote, tanto per gradire)e mi sono concessa alcuni voli pindarici della mente.

Mi domando: è possibile che un Papa possa aver commesso un'ingenuità in buona fede? Mmhh. Difficile. Sarebbe come dire che, che so, l'Imam di Gerusalemme in visita diplomatica in inghilterra dichiarasse che Gesù è un truffatore perchè non è risorto e che lo spirito santo non esiste. Al di la del fatto che possano magari essere tesi anche condivisibili, sarebbe una intollerabile mancanza di rispetto - intollerabile anche per una come me che con la chiesa ha ben poco a che spartire. Lo stesso penso valga anche al contrario.

Posto dunque che Ratzinger abbia mancato di rispetto a qualcosa come un miliardo e rotti di persone al mondo, possibile mai che l'abbia fatto senza volere? Francamente io non penso proprio. Penso piuttosto che abbia voluto esprimere una precisa presa di posizione, e che con l' abilità dialettica di un uomo estremamente colto abbia lasciato zone di luce ed ombra al fine di poter poi alzare le braccia e dire che "non intendeva certo significare che....", strizzando l'occhio invece a una certa casta di cattolici intransigenti che al contrario sanno benissimo cosa voleva significare. Basta vedere i salti mortali che Padre Lombardi sta facendo in queste ore.

Ora, io sono certa che il pensiero diciamo così negativo espresso dal papa nei confronti dell'islam sia condiviso da più di un occidentale, cristiano o meno. Soprattutto all'indomani dell'anniversario delle Torri Gemelle (altro caso fortuito?). Trovo però che una carica istituzionale, un capo spirituale, uno dei pochi uomini di cui si possa davvero dire parlino al mondo intero, dovrebbe usare un po' più di prudenza. "chi ha più buon senso lo usi" diceva mio nonno, che veniva ascoltato solo da pochi eletti.

"Se un uomo di religione o uno scienziato critica la storia di una religione o i membri di quella religione, possiamo discuterne. Ma quando si mette lingua sulle cose sacre, sul Libro sacro e sul suo Profeta, questo è segno di arroganza, di ostilità e dà luogo a una maldicenza che attizza la lotta di religione"

Sono stupita e sconcertata di trovarmi daccordo con queste parole, primo perchè provengono da un capo spirituale (categoria che mi è leggermente ostica), e secondo perchè è il capo di una fede che non è la mia. Eppure è così.

Sappiamo tutte cosa può fare la chiesa cattolica quando decide di intraprendere una "lotta di religione". Il passato parla chiaro, e se non ci sono state torri gemelle di stampo cattolico è stato solo perchè i mezzi tecnologici non lo conentivano. Credo che sia ingenuo pensare che l'occidente sia la vittima e l'islam il lupo cattivo (benchè io NON stia decolpevolizzando i terroristi, sia chiaro). Credo anzi che l'occidente abbia unghie ben affilate, e che l'arrotino segga esattamente sul soglio di Pietro.

Non apprezzo minimamente questo papa. Ma proprio neanche un po'.

Giovanni Paolo II era un uomo d'altro stampo.
Ora magari sembrerò una devota e pia donna che piange per il suo perduto papa, ma chi mi conosce sa che così non è.
Non entro nel merito delle sue dissertazioni sulla dottrina e sulla fede (era un intransigente e un misogino, benchè io abbia sull'intransigenza religiosa opinioni degne di Bernardo Guy ;-), ma penso avesse un'intelligenza politica notevole.
Non è necessario che tutti ci amiamo e ci adoriamo reciprocamente, ma il rispetto è fondamentale ed irrinunciabile.

Questo, penso che l'inquisitore tedesco non l'abbia ancora compreso.

ORIANA

E' morta oggi a Firenze Oriana Fallaci.


L'ho apprezzata molto per il suo acume, per la sua passione, per i suoi romanzi anche, e per quanto ha sempre saputo trovarsi al centro delle cose, davanti alle persone che hanno fatto la storia.


Ultimamente però il suo pensiero aveva preso una via troppo integralista per me, che non mi sono sentita e non mi sento di condividere nemmeno ora.


All'indomani dell'11 settembre, tutti abbiamo provato le cose che lei ha scritto nel suo La Rabbia e l'Orgoglio. Ma credo che una personalità tanto in vista, una voce tanto ascoltata avrebbe dovuto usare maggior prudenza; fuor di polemica e fuor di banalità, ravvivare la fiamma dell'odio non può giovare a nessuno.


Per questo sono particolarmente infastidita dalle ultime dichiarazioni del Papa sulla figura di Maometto.


Un uomo nella sua posizione non può denigrare la figura più importante di un'altra religione, e pensare che nessuno se ne accorga. E proprio perchè mi rifiuto di pensare che sia stato involontario, lo trovo tanto più negletto, e in parte pericoloso.


Il suo predecessore - senza entrare nel merito dell'opera teologica - aveva una intelligenza politica che questo inquisitore tedesco si sogna.....

mercoledì 13 settembre 2006

ELOGIO DELLA BANALITA'

Delle volte mi domando:
perchè dobbiamo essere originali ad ogni costo?
Mi spiego meglio.
Una cosa è ragionare con il proprio cervello e avere la propria voce.
Una cosa è la ricerca dell'originalità ad ogni costo, perchè bisogna essere smart.
Bisogna stupire, bisogna dire o fare cose mai sentite o mai viste.
E perchè, di grazia?

Per esempio.
Io ascolto musica, come tutti.
Buona musica, cattiva musica... non lo so. Musica che mi piace.
Cerco nella musica un'emozione, un fremito. Che può essere legato a qualunque cosa, a un ricordo, a una parola, a un odore particolare che mi torna alla mente ascoltando quel brano, perchè l'avevo ascoltato quella volta, sulla spiaggia di sera, con quel biondino di cui non ricordo nemmeno più il nome ma che mi ha lasciato sensazioni sulla pelle....
Quel brano mi piace, perchè mi emoziona.
Se poi è semplicemente un fraseggio in cui cuore fa rima con amore, chissenefrega.
Discussioni interminabili con certuni amici durante le serate "tra adulti" che ogni tanto (sic!) capitano attorno alla questione che magari musicalmente parlando quel particolare pezzo non sia "originale", che sia "scontato" o "già sentito".
Meno lodevole, perchè "banale".
Ma le cose banali devono essere per forza false o stupide?
Loro ascoltano la musica come tanti tecnici del suono, ne scompongono la struttura, ne dividono i suoni dei vari strumenti - e sono ingrado di escludere il tutto per ascoltare attentamente uno strumento per volta -, nominano a uno a uno (e in ordine alfabetico) tutti gli effetti sonori coinvolti, discorrono su quale artista abbia utilizzato più o meno bene quel particolare sound, e quando, e chi l'abbia fatto per primo. Chi sia l'"originale".

Ma se in un moto di straordinario ottimismo provo a chiedere: si, ma che sensazioni ti da?, mi guardano come per chiedermi dove io abbia parcheggiato l'astronave.

La mia impressione è che originalità e spontaneità spesso facciano a cazzotti, e che siamo portati a privilegiare la prima a scapito della seconda; che spesso tutta questa originalità sia fittizia, che magari alle volte uno preferirebbe infilarsi sotto il piumone a vedere il Dirty Dancing per la duecentesima volta bevendo camomilla dolce (e piangendo come l'adolescente che era la prima volta), ma invece si tira su da battaglia (leggi: si mette elegante e very very trendy)e va alla festa inaugurale di un nuovo, originalissimo american-pub-happy friday bar con un arredamento da paura dove servono cocktail dai nomi impensabili - ma che di fatto sono poi sempre coca e rhum...

Beh, io passo. Resto a casa a guardare il film. Fanculo se la storia è scontata.

martedì 12 settembre 2006

ED ECCOMI QUI...

... di ritorno, dopo un lungo riposo
ci voleva...

giorni di mare ad osservare tutto, a godermi quello che solitamente mi manca... il tempo, la gente, le facce delle persone che mi passano accanto e che normalmente non guardo nemmeno.

E' tempo.

Anzi, è Tempo.

Non ho più nulla da dimostrare, ne agli altri (non che me ne sia mai importato gran che a dire il vero) ne a me stessa.

Chiamatelo orologio biologico, chiamatelo "tempus fugit" chiamatelo come vi pare.

Io lo chiamo il Tempo della Madre

E' giunto.