lunedì 24 novembre 2008

MA CHI E' ZIO E CHI E' PAPA'?


Vi ricordate qs film? Vi ricordate il tono scanzonato, diciamo, e nu' poculillo terrunciello con cui Abatantuono declamava orgoglioso le parole del titolo?


Ecco.


Ora immaginate lo stesso tono sulle labbra di un Piccolo Genio di 8 anni con l'R moscia, immaginate che stia rivolgendosi a suo fratello di 16 mesi nemmeno mentre questo scaraventa in giro tutto quello che si trova a portata di manine (arrampicandosi per prendere anche ciò che dovesse trovarsi fuori portata), e immaginate che lo apostrofi con un perentorio:


"tu sei proprio Attila, fratello di zio!"


Ebbene, da sabato pomeriggio, data di cotanta dichiarazione, la Puff famiglia si dibatte nella rete di alcuni fondamentali quesiti etico-filosofici.


1. Se Attila è il fratello di zio, vuol dire che Attila è papà?


2. Ma se invece Attila, fratello di zio è  il Lo, allora Ric è "zio"?


Quando il mangiapreti del Genio Grande non sapendo più da che parte voltarsi (stavo per dire a che santo votarsi, ma non sarebbe adatto al personaggio) ha cominciato ad intonare con aria ispirata "Fratello di Zio che togli i peccati dal mondo...." la Puffola ha capito che il punto di non ritorno era stato inesorabilmente superato.


A.

venerdì 21 novembre 2008

LA VITA E' COME SFOGLIARE UN LIBRO


... ed assaporarne sulle dita e negli occhi ogni momento, ogni parola, ogni irregolarità della carta e della stampa. La vita è un libro emozionante in cui non sai mai quello che può accaderti di leggere nella pagina seguente, in cui tutto è nascosto e misterioso, e con tutti i mezzi che possiamo avere, non riusciamo mai a scoprire quello che c'è scritto nella pagina successiva, perchè essa si scrive da se' mentre noi leggiamo quella precedente. Può capitare che nella pagina successiva, la narrazione si interrompa improvvisamente senza un perchè. Può capitare. E' la vita, si dice, ma non è vero. E' la morte. Le pagine diventano bianche.


E' quello che è accaduto a Eluana Englaro, e a migliaia di altri come lei, di cui lei però oggi è il simbolo, suo malgrado, inconsapevole portabandiera di una battaglia che, purtroppo, interessa tutti meno che lei.


Sono francamente sconcertata, dico sul serio, dalla piega che hanno preso gli eventi. NO, non dalle dichiarazione degli ecclesiastici di vario ordine e grado sulla sacralità della vita. La vita E' sacra, e non c'è bisogno di essere un prete per saperlo o stabilirlo. La domanda che dovremmo farci è se quella di Eluana è vita. Ma questa è retorica, ognuno di noi ha una risposta a qs domanda dentro di se.


Ma mi sconvolge l'iter burocratico/legale di qs vicenda.


Già trovo riprovevole (ed oltremodo doloroso) che un padre in una tale situaizone debba peregrinare mendicando da un tribunale all'altro supplicando di poter compiere verso sua figlia quello che lui ritiene essere l'ultimo atto d'amore che potrà mai avere verso di lei. Già trovo assurdo che ci debbano essere sentenze su sentenze riguardo ad una vicenda del genere che riveste il più privato, il più intimo dei caratteri, e che invece è sbandierata e pubblicizzata su tutte le tv nazionali ad ogni ora del giorno e della notte.


Ma che quando finalmente qs iter ha fine, quando la sentenza necessaria, vivaddio arriva e la cosa sembra sfumare verso una soluzione definitiva, ci sia ancora chi ha l'arroganza (e la possibilità) di appellarsi ulteriormente contro la decisione ultima della Cassazione, lo trovo sinceramente criminale.


24 associazioni, non meglio specificate (o almeno, io non ne conosco i dettagli) hanno avviato un ricorso per impedire che la decisione presa dalla Cassazione di permettere la morte di Eluana diventi esecutiva.


Ora io mi domando, ma chi cazzo sono ste 24 persone (giuridiche) che pensano di aver il diritto di intervenire su un argomento che non conoscono e che non li riguarda personalmente? Come cazzo è possibile che si consenta a degli emeriti estranei di decidere - perchè di fatto decidono, avendo il potere di bloccare l'esecutività della sentenza fino al termine del ricorso - su una cosa del genere?


Chi cazzo sono questi? Chi cazzo sono?


Integralisti religiosi? Semplici impiccioni? Gente in cerca di visibilità e potere? Perchè in fine tutto a questo si riduce: una manifestazione di potere. Alla fine con la sua vita o la sua morte, Eluana sarà l'ago della bilancia che ci dirà se siamo comandati dai preti o dai laici, tutto qui. Non ci credo che a tutti quelli schierati sul versante del "no" importi veramente di una ragazza che hanno visto 2 volte in foto in vita loro. Non ci credo. E' questione di stabilire dove sta il potere e chi lo detiene davvero.


E per questo, per questa volgare disputa politica, condanniamo Eluana a continuare a sfogliare le pagine del suo libro, ormai bianco, per chissà quanto altro tempo ancora.




 




giovedì 20 novembre 2008

PREMIO


Beh, che onore, ho ricevuto un premio da Capucci che ringrazio infinitamente.







amicizia


Anche io naturalemte ho delle nomimation, delle persone straordinarie che ho conosciuto qui e che mi onorano compiendo con me una parte del cammino.




La carissima ALE, naturalmente. E poi la dolce ROCCIA, DEMO che mi fa riflettere,  la fortunata mamma GIULY, la simpaticissima JANET, la VALE con la quale condivido lo stesso tipo di problemi quotidiani e la nuova amica EMILY. Premierei anche la Reb, ma questa sconsiderata ha chiuso il suo blog.....



Un abbraccio a tutti


A.






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Che cos'è?

"Dieci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?

Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia  dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole:

1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");


2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;


3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");


4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");


5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.yy


Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati.


Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio Dieci e lode" che vuole e quando vuole (a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

mercoledì 19 novembre 2008

FANCULOOOOOOOOO


MA QUANTO MI FANNO INCAZZARE 'STI STRONZI CHE TI CHIAMANO PER DIRTI "MI HAI COMBINATO UN CASINO SU QUESTA PRATICA" E POI SI SCOPRE CHE IL CASINO L'HANNO FATTO LORO!!! E PIU' HANNO FATTO CASINO, PIU' SONO ARROGANTI.


E PIU' SONO ARROGANTI, PIU' LI SPIACCICHEREI AL MURO!

martedì 18 novembre 2008

MA SARA' COSI' SCONTATO?

Quanto ti fa incazzare quando realizzi cose che hai sempre avuto sotto gli occhi e a cui non avevi mai fatto caso!


Ieri sera in auto ho avuto una epifania. Capirai.


Uno le proprie insicurezze le ha laddove si sente carente.


Maddai, sul serio? Ma non mi dire, non ci sarei mai arrivato. Oh Puff-da Vinci, se non ci fossi tu con la tua illuminata intelligenza dove saremmo tutti quanti a quest'ora??


E invece non è così scontato.


Poniamo che una si senta inadeguata, che so, come moglie. Questa persona avrà sensazioni molto negative "in generale" sul suo essere moglie e si sentirà insoddisfatta o insicura, o immotivatamente gelosa, ma normalmente non saprà bene a cosa imputare queste sensazioni... fino a che non si metterà a spaccare il capello in quattro, cosa che di solito nessuno ha mai voglia di fare. Mettiamo che per educazione, questa sfortunata donna sia stata cresciuta nella convinzione che il compito di una donna sia quello di "aver cura" della famiglia, dal cibo, ai vestiti, al bucato, al fare la torta, ecc.... Poniamo anche che però debba lavorare a tempo pieno altrimenti non ci paga il mutuo. E poniamo anche che, visto che si tratta di donna dei nostri giorni, insomma questa visione di se stessa come Biancaneve canticchiante non le stia proprio bene. RAZIONALMENTE. Torna a casa alle sette e mezza di sera, ha alcune bocche spalancate da sfamare, e per far prima, due sere su tre mette in tavola prosciutto e formaggio, che almeno ci spicciamo in fretta e dopo ci rilassiamo due minuti sul divano.  La famiglia certo non muore di fame.


Però lei potrebbe sentire che questo non è sufficiente. Potrebbe considerarlo adeguato da un punto di vista intellettuale e razionale, ma potrebbe sentire tutt'altro. La scarsità di tempo per cucinare potrebbe essere il tallone di achille di questa donna. Per esempio.


Poi magari il fatto di essere cresciuta in un ambiente giudicante che costringe sempre le persone a "dimostrare" qualcosa a qualcuno può aver messo le basi per una futura insicurezza, sempre tutta tesa, questa poveraccia, a soddisfare le aspettative, o meglio a preoccuparsi di quel che gli altri pensano di lei.


Quindi, una cosa banale come il non aver tempo di cucinare può trasformarsi in un vero e proprio assillo che mina le fondamenta di questa donna (oddio di nuovo pastasciutta in bianco, chissà cosa penserà mio marito-mia mamma-la mia amica di me, sono disorganizzata ed incapace, sono una cattiva moglie, ecco sicuramente mio marito si troverà una più brava, e poi la mia famiglia cosa penserà se vengo mollata.... ecc.... ecc... ecc....), la quale alternativamente avrà voglia di piangere tutte le sue lacrime raggomitolata in posizione fetale, o di ammazzare qualcuno, possibilmente in modo doloroso e sanguinolento.


Questo discorso, ipotetico, vale per tutti gli ambiti. Una potrebbe sentirsi poco apprezzata in ufficio, e imputare la colpa a se stessa per insicurezza invece di andarne a ricercare le vere cause, oppure potrebbe sentirsi poco adatta a far la mamma e pensare che tutti siano migliori di lei, disperandosi invece di cercare di valutarsi con un minimo di serenità.


Se si vuole uscirne non si ha altro da fare che attivarsi per conoscere meglio possibile se stesse, e poi lavorarci sopra allo sfinimento. E ancora, e ancora e ancora fino a che le cose non girano per il verso giusto. A volte lo faranno, altre meno. Ma non è una scusa per non provarci.


Le morali di questa bella sviolinata sono due:


1. la vita è veramente troppo breve per perdersi dei pezzi nella disperazione, o nel rancore, o nelle "seghe mentali"


2. se sei insicura per qualcosa, tutto puoi fare meno che essere pigra

venerdì 14 novembre 2008

IN ONORE DEI MIEI FIGLI....

... ho adottato i due Cipollini che vedete qui a fianco (Cipollino è il soprannome del piccolo, mentre il grande naturalmente è Cipollone)


Il Cipollino Pazzo è il Lo


Il Cipollino Scaccoloso è Ric. Per ovvie ragioni (vedi qui)


:-)



A.

venerdì 7 novembre 2008

BASTA PARLARE DI COLORI

Ho la sensazione che stia accadendo quello che temevo


Oggi sono tutti Obama di qui, Obama di la...


E la battuta di Berlusconi, e la vignetta di Forattini..... tutti si concentrano su un unico e solo fatto: Barack Hussein Obama è nero. Nero, nero, vivaddio, o afroamericano come dicono quelli più corretti (anche se lo è solo per metà). Insomma, ha la pelle colorata di scuro.


E via alle polemiche, alle sviolinate trite e ritrite, alla retorica.............


Ok Obama è nero, non seve il microscopio per capirlo. OK, siamo davanti ad una elezione epocale. OK, la battuta di Berlusconi era un tantinello sul filo del rasoio (ma perdio, la gente non ha di meglio da fare che perder tempo dietro a queste cazzate? una opposizione seria, per esempio?), OK magari Forattini non è stato proprio perfettamente politically correct (anche se io ho interpretato la vignetta in modo diverso da quanto abbiano fatto evidentemente tutti gli altri e l'ho trovata sinceramente divertente). OK tutto.


Ma signori, io mi domando, e allora??


No, dico, e allora?


Va bene, è il primo presidente nero, va bene, è giovane, va bene tutto. Sono felice che sia stato eletto, e se fossi americana avrei votato per lui.


Ma se fosse stato bianco? Che differenza ci sarebbe stata? Che non sarebbe stato eletto?


Quanti conoscono il suo programma di governo? Quanti sanno chi ha scelto per la sua "squadra di governo"? Quanti conoscono il suo curriculum, a parte il fatto che suo padre era afro e che sua nonna (la nonna bianca) è morta il giorno prima di vederlo eleggere? Cosa propone? Quali sono le sue idee sulla guerra in Irak, sulla scuola, sull'assistenza ai bisognosi? Come farà a risollevare l'economia americana? Che idee ha in proposito? Qualcuno lo sa? Qualcno ce l'ha spiegato, per caso, di recente?


No. Lui, oggi, è solo il presidente nero.


Per me puntare tanto il dito sulla sua pelle equivale a dire che ha vinto per quella, o in gran parte per quella. E allora è lo stesso che dire che se non fosse stato nero magari non avrebbe vinto. E' come dire che conta di più la razza che le idee.


E' come una sorta di razzismo all'incontrario. E non mi va proprio.

martedì 4 novembre 2008

QUESTO POI, NO!

Siamo tutti abituati a dare certe cose per scontate. Non è giusto, non è bello, ma lo facciamo tutti.


L'altra sera, piacevole serata a casa di amici. Amici veri. Lui lo conosco dal lontano 1987 e mi piace considerarlo il mio migliore amico. Lei è mia amica da quando si sono messi insieme prima, e sposati poi, ormai una decina di anni.


Dopo pizza e chiacchiere, ho avuto una non altrettanto piacevole conversazione con lei, in lacrime. Fuori, al freddo, con la scusa di fumarmi una sigaretta, mi ha raccontato qualcosa di cui non avrei mai voluto essere partecipe.


Qualche sera fa, la parola separazione ha fatto capolino nei loro discorsi. Sono mesi che le cose non vanno bene, lei mi aveva poi detto che stavano migliorando ed io, cieca e sorda, avevo dato per buono questo aggiornamento.


Hanno avuto per vari motivi momenti un po' difficili, lei si è lasciata trascinare da avvenimenti esterni che le hanno succhiato tutte le energie (sbagliando, naturalmente) e lui ha sottovalutato questo suo problema liquidando la cosa come semplici "paranoie", e mancando quindi di darle il supporto di cui avrebbe avuto bisogno. Metti un po' di nervosismo che aumenta il numero e la portata dei piccoli scazzi, metti la poca propensione a risolvere le cose "qui e ora" lasciando che sedimentino senza parlarne, ingoiando e tacendo, ed ecco che il punto di non ritorno si avvicina a grandi falcate.


Mai, mai rimandare, mai tacere, mai sottovalutare i problemi dell'altro, mai essere egoisti, mai, mai mai!


Mai dare per scontato che l'altro ci sarà sempre, non importa quello che fai o che dici.


Mai pensare che esistano situazioni definitive ed immutabili se non nei libri.


Mai sottovalutare la stanchezza, il disagio, il malumore del proprio compagno.


E soprattutto, soprattutto è importante avere le idee chiare. Molto chiare su quello che si vuole. Prima di dare il via ad una girandola che non sai dove potrebbe portarti, devi sapere quello che vuoi.


Le ho chiesto se lo ama ancora. Le ho detto che tutto procede e nasce da questo, che se la situazione la porta a non provare più amore, qualunque altra considerazione è inutile. Lui la ama. O almeno, è quello che le ha detto davanti alla parola "separazione".


Ma le parole "si, io lo amo ancora" non sono uscite dalla bocca di lei. Il che mi preoccupa.


Io ho 16 anni dentro, lo sanno tutti. E alla mia giovane età, mi piace pensare che quando c'è l'amore tutto si risolve. Che basta amarsi, il resto viene da se.


Ma non viviamo a Forks, nessuno di noi. Nella vita vera non si risolve tutto da se amandosi. C'è da lavorare.


Con determinazione, con coraggio. Con abnegazione se serve. Con serietà. Con caparbietà se ne vale la pena. Tutte cose che a 16 anni non si possono comprendere. Ma a 37 si.

lunedì 3 novembre 2008

L'AMORE NON VA IN VACANZA

Titolo originale: The Holiday


 


Questo è definitivamente uno dei film più belli che io abbia mai visto.


Il personaggio di Graham (Jude Low) se la fa alla pari con Edward Cullen come personaggio maschile più romantico di tutti i tempi. Altro che Jacopo Ortis!