Tutti noi ne conosciamo qualcuna. Non esistono distinzioni di sesso, età, professione o altro tipo di status. Possono essere i nostri genitori, figli, amici, colleghi, compagni o semplici conoscenti. Possono essere figli unici che non hanno mai imparato a "condividere l'attenzione", figli di famiglie numerose che invece l'hanno dovuta condividere troppo o figli "di mezzo" che non essendo stati mai ne i "grandi" ne i "piccoli" si sono trovati li a penzolare nel mezzo, ne carne ne pesce, ricavandone una mancanza di attenzione alla quale in età più adulta desiderano rimediare. Uomini e donne in egual misura, e sebbene io tenda a ritenere che una donna mitighi questa eventuale propensione con quell'altra, innata, che la spinge a "prendersi cura", noi signore non ne siamo certo immuni.
Queste persone tendono, inconsciamente, a considerasi un po' come le uniche persone al mondo con dei bisogni. Detto così suona da schifo, mi rendo conto, ma non lo fanno con cattiveria o con premeditazione. Spesso nemmeno se ne rendono conto. Non sono cattivi, è che li disegnano così... e anche se sono convinta che con un po' di lavoro su se stessi ognuno di noi possa migliorare, queste persone sovente non ce la fanno. E' qualcosa di troppo insito nella loro natura.
Come ci si relaziona con una persona del genere? Bè è facile.
Bisogna fare un passo indietro.
Non c'è altra soluzione che questa, lasciare che calchino il centro del palcoscenico e possibilmente, se ci si riesce, sorridere con indulgenza mentre lo fanno. Perchè è di questo che hanno bisogno.
Oh, certo. Si potrebbe anche far loro notare questo tratto del loro carattere. Probabilmente capirebbero, con la logica e col cervello, vedrebbero le ragioni dei satelliti che gravitano loro attiorno come tanti piccoli Ganimede intorno al possente Giove. Ma non riuscirebbero a capire a livello emotivo. Il che li porterebbe con ogni probabilità a sentirsi frustrati ed incompresi, e ad aggirarsi per le vie della città - o per i corridoi di casa - come leoni in gabbia.
E come tali, a cecare una via di fuga.
Se lo scopo è liberarsi di loro, probabilmente è la via migliore.
La mia carissima amica A. ha sposato un uomo così.
Purtroppo un giorno si e uno no devo accogliere le sue confidenze in lacrime, perchè non riesce più a gestire la situazione.
Oddio, lei magari esagera un po'... ma immagino che sia una situazione che alla lunga logora.
Lei fa così, si mette da parte.
Lascia che lui sia Giove, e si mette in posizione periferica.
E' diventata quello che aveva giurato non sarebbe stata mai, a nessun costo: una Donna che mette l'Uomo davanti a tutto.
Sta tutto il giorno a pensare a come compiacerlo, salvo poi che lui magari nemmeno se ne avvede.
Sorvola sulle cose che non le piacciono, per amore della quiete familiare, perchè, dice, quando prova a muovere una critica, anche bonariamente, lui diventa aggressivo (metaforicamente, non è che la mena...).
Tende solo a dimostrarle che "lui ha ragione" ma sembra (e dico sembra perchè nella testa di un altro ci puoi arrivare solo fino a un certo punto) che non si soffermi a considerare come lei si sente, indipendentemente da quello che può essere "logicamente e razionalmente recepito".
Farlo, significherebbe fare un passo indietro. Mettere lei al centro per un minuto e girarle intorno, diventare Ganimede per un attimo. Essere lui quello che pensa come compiacere lei.
E questo è impossibile per lui, che pure è un uomo davvero notevole sotto un milione di altri punti di vista. Eppure dice di amarla. Il che probabilmente è anche vero. Lei si aggrappa a questo come a una boa di salvataggio in mezzo alla tempesta, e siccome anche lei lo ama nonostante tutto, resiste.
Alle volte vorrei proprio dirgli due paroline, a questo tipo.
Gli uomini alle volte hanno la capacità innata e ststraordinariamente sviluppata di guardare dalla parte sbagliata.
Ma come fai a mettere bocca tra moglie e marito?
una terapia di coppia.
RispondiEliminama temo che significherebbe aprire un baratro in lui.
onestamente? proverei a far ragionare questa amica.
altre persone che ne pensano?
metter bocca in certi rapporti è sempre molto difficile e si rischia di rovinare il proprio rapporto di amicizia con i diretti interessati.....ocio!
RispondiElimina.... si infatti.
RispondiEliminaCon lei ci parlo, ma lui... è un'altra faccenda.
Sembra esattamente una coppia di miei amici (per la verità, io e il Consorte siamo amici di "lui"). Però a ruoli invertiti: lei (e la famiglia di lei, aggiungerei) è la Dea che decide ogni singola cosa, lui lo zerbino che per ottenere mezza giornata per stare con gli amici poi deve subirsi tipo l'intera filmografia di Scamarcio... roba così (ma anche peggiore).
RispondiEliminaRoba che una nostra comune amica catechista è arrivata a giustificare (perchè nessuno del gruppo si rende conto del perchè e come si possano sopportare certi eccessi) dicendo "Beh, evidentemente lei deve essere una regina del sesso... insomma, qualcosa deve esserci, no?".
Concludendo: non c'è nulla che si possa fare "da fuori". C'abbiamo provato diverse volte, a far ragionare lo zerbino... ormai son 6 anni, e al massimo è lui che da zerbino è diventato scendiletto...
Non c'è nessuno che ci può " salvare", arriva un momento in cui l'umana sopportazione, l'istinto di sopravvivenza ci fanno scattare e si riesce ad uscire dagli schemi...costi quel che costi.
RispondiEliminaProbabilmente , nonostante tutto, la tua Amica non sta così male.
l'unica cosa che posso dirti, aiutala ad interessarsi ad altro.
i grossi proclami di intenti non servono e portano a rinunci inevitabili.
ma inziare con piccole cose, se si riesce a perseguirle, porta grandi soddisfazioni.
un corso di cucina, iscriversi in palestra, un appuntamento settimanale qualsiasi...
forse non lo mollerà mai, e non cambierà lui.
Ma di sicuro le darà modo di sopportare "meglio" e di piangere almeno una volta in meno, il che mi sembra già un grande successo.
poi chissà...tra un sugo e l'altro...
;)
Queste donne a me fanno tenerezza.
RispondiEliminaCiao.