giovedì 7 agosto 2008

RIPRESA

Beh che dire?


Lunedì ho ripreso il lavoro, anche con un certo entusiasmo e curiosità devo dire, e sono stata subito travolta dal vortice.


Quello che sto facendo in queste due prime settimane non sarà - almeno penso - il mio incarico definitivo. Però è un modo abbastanza brutale di riprendere confidenza con il lavoro, io che mi occupo di cose ad "alto contenuto tecnico" sto facendo i conti con tutto quello che mi sono dimenticata a livello di procedure, di utilizzo dei sistemi operativi, e con i cambiamenti intervenuti nel frattempo.


E' un lavoro stressante, perchè ti girano attorno molti soldi, e se sbagli, sono migliaia di euro che prendono il volo. Letteralmente, oserei dire .


Prossimamente, per tre settimane, dovrei sostituire la persona che mi ha sostituito quando sono andata in maternità (che giro contorto), perchè va in ferie. Trovo che chiedermi di riprendere il mio vecchio posto solo temporaneamente non avendo intenzione di restituirmelo definitivamente sia di pessimo gusto.


Il tizio che ora fa il mio lavoro è una persona che non mi è mai piaciuta, un insicuro e anche falso, che però, constato, ha assunto il ruolo abbastanza bene in quest'anno e rotti che ha avuto a disposizione. In questi giorni mi ronza attorno con un fare amichevole e disponibile che mi stomaca (considerrando che mi ha sempre odiato) non so se per ostentare una sicurezza che sicuramente non possiede o se per tentare in extremis di evitare mie strane manovre a suo danno, diventando "mio amico".


C'è anche da dire che il lavoro è molto cambiato e che lui al momento fa metà delle cose che facevo io (io e la mia preziosa vice, a dirla tutta) ma questo non lo diciamo a  voce troppo alta perchè non è politically correct e perchè poi una rischia di passar da quella che vuol far la figa a tutti i costi. Ma tant'è.


Ho accarezzato e accarezzo l'idea (come forse si è intuito) di prendere il ruolo per tre settimane e se la cosa mi diverte, di rivendicare il mio diritto di riavere il mio lavoro dopo la maternità. A dire il vero, qualche giorno prima di tornare in ufficio ero convintissima ed agguerritissima, ma poi, come dice mio marito, "mi è passata la carogna" e ora sono su posizioni più soft.


Perchè il punto è sempre quello: io posso far la guerra, e posso vincerla o perderla. Se la perdo, la perdo. Ma se la vinco, poi devo vivere qui 9-10 ore al giorno, fare quel lavoro (che è molto stressante) meglio di quanto sia mai stato fatto a memoria d'uomo perchè avrei tutti gli occhi addosso, avrei di nuovo il mio vecchio capo sempre attaccato al culo (come dire), rischierei di tornare a degli orari francamente difficili e probabilmente avrei una scia di nemici lunga un chilometro che tirano fuori la gambina ogni momento nella speranza di vedermi ruzzolare a terra. Certo, sarei il manager.


La domanda è: mi conviene? O meglio: ne ho davvero voglia?


Quello che mi si propone in alternativa è un lavoro tranquillo, con autonomia di gestione, stesso stipendio ovviamente, ma assai meno importante per l'azienda, meno "prestigioso".


Devo scegliere una via.

3 commenti:

  1. stesso stipendio, più tempo da dedicare ai tuoi figlie e meno stress...
    io non avrei dubbi!

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  2. se lo stipendio è lo stesso ti consiglio di dedicare più tempo ai tuoi figli.Con questo simpatico post mi hai fatto ridere tanto e tra l'altro si evince che sei in gamba.
    Un abbraccio,sincero.

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  3. Vivendo in un posto di lavoro dove tutti ti fanno lo sgambetto rischi di ammalarti secondo me! Forse potresti prenderti il lavoro che ti danno e aspettare per vedere cosa succede. Una sorpresa potrebbe attenderti dietro l'angolo... magari ti affezioni a questo lavoro più semplice che ti lascia la mente più libera o magari finirai a fare altro...di sicuro se fai la guerriglia non sarai rilassata. Il rientro è già mooolto pesante, io sono rientrata quando il bimbo aveva sei mesi ma alla seconda gravidanza mi prenderò molto più tempo. Ne avremmo avuto bisogno entrambi!

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