venerdì 14 aprile 2006

SULLA SCIENZA

UNA CASA QUALUNQUE

UNA GIOVANE (ehm) COPPIA QUALUNQUE

UN GIORNO VICINO ALLA FESTA DI PASQUA, PRINCIPIO DEL XXI SECOLO.

INTERNO, SERA.

 

Lei: che fai, non vieni a letto?

Lui: sto guardando un programma interessante

Lei: mmh Ok di che si tratta?

Lui: ecco, c’è questo medico inglese, vedi, che sta facendo degli studi. Una nuova scienza, si chiama epigenetica. Praticamente postula che alcune molecole del corpo siano in grado di mantenere una certa memoria e che questa possa essere tramandata, per esempio alle generazioni future. Sta compiendo studi su persone che dopo un trapianto di organi sviluppano tratti della personalità o gusti che appartenevano al donatore.

Lei: mmh. Interessante. Quindi?

Lui: beh, quindi… quindi sembra che il corpo abbia memoria.

Lei. Ahhh. E avevamo bisogno di uno scienziato inglese con camice e provette per dirci quello che, tipo, gli indiani d’america probabilmente sapevano perfettamente già 5000 anni fa?

Lui: beh, ma non era possibile provarlo scientificamente

Lei: e allora?

Lui: beh un controllo ci vuole!

Lei: ah si? E perché? Se io ho il mal di testa non è che posso provarlo scientificamente. Allora significa che non ce l’ho?

Silenzio.

Lui: Beh, ma il metodo scientifico…

Lei: il metodo scientifico è sopravvalutato. Le cose esistono anche al di la della scienza o della loro possibilità di essere riprodotte. L’esperienza personale conta, ed è vera e viva. La civiltà si è evoluta per tornare a scoprire cose che la specie umana ha sempre saputo, prima che il tuo metodoo scientifico cominciasse a dire cosa è vero e cosa no. Prima che ci si presentasse davanti il bivio, e l’Umanità sciegliesse razionalità piuttosto che istinto.

Lui: dipende in cosa credi. Non saremo mai d’accordo su questo punto

Lei: lo so. Ma ti amo lo stesso. E ti perdono :-)

1 commento:

  1. commento alla frase: "La civiltà si è evoluta per tornare a scoprire cose che la specie umana ha sempre saputo"; la relatività e la meccanica quantistica, di sicuro, non rientrano in questa definizione non essendo ne radicate nell'istinto ne direttamente osservabili dai nostri sensi. inoltre il compito della scienza non è la ricerca della verità assoluta, ma della realtà che si può spiegare: e per spiegare occorre osservare con rigore e poter riprodurre il frutto delle proprie osservazioni per costruire modelli che possano essere valide per una classe di fenomeni il piu grande possibile. l'istinto sicuramente ci fa sopravvivere, ma non dimentichiamo che anch'esso è figlio delle stesse leggi che recolano l'universo la cui interpretazione, guarda caso, è il compito assuntoo dalla scienza.

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