Secondo romanzo di Nedjma che tratta dell'educazione sensuale di una giovane sposa ad opera di una vedova esperta delle cose del piacere.
Leggendo questo libro mi sono resa conto che probabilmente a noi, donne emancipate del mondo occidentale, manca qualcosa.
Noi non sappiamo più essere sensuali (non ho detto sexy, ho detto sensuali). Ci siamo attestate ai due antipodi: o siamo dure fredde intellettuali e maschili, o, quando vogliamo essere seduttive, diventiamo aggressive, volgari. Non conosciamo più il modo di sedurre.. .semplicemente esponiamo la nostra merce in vetrina. Ma la sensualità non è questo, non è fine a qualcosa, non è propedeutica al sesso. E' un modo di essere, di parlare, di muoversi, di guardare e farsi guardare, qualcosa che permea la nostra essenza ed esistenza, fa parte di quello che siamo nel momento in cui nasciamo donne.
Abbiamo tradito la nostra natura.
Il mondo di Nedjma invece è fatto di donne che dosano sapientemente gli sguardi, i movimenti delle mani e delle braccia, in un delicato equilibrio di sfacciataggine e sobrietà, pudore e desiderio, ammiccamenti e ritrosia. Donne che sanno e vogliono e soprattutto dichiarano di sapere e volere incatenare il proprio (o l'altrui...) uomo con gli occhi, con la passione, con le lusinghe, in altre parole col dono più meraviglioso concessoci dagli Dei: il piacere.
Noi donne occidentali invece, beh... per noi l'autodeterminazione è tutto. Mai e poi mai ammetteremmo di fare qualcosa soltanto "per piacergli". Noi quel che facciamo lo facciamo per sentirci in ordine, per star bene con noi stesse. Farlo per un uomo?? Giammai! Ignominia, bestemmia! Tradimento!! Noi non dipendiamo dagli uomini, non siamo loro schiave. Esistiamo per noi stesse. Benissimo. E allora com'è che siamo così infelici, tutte quante?? (e non ditemi di no!)
Nessuna mamma occidentale insegna alle sue figlie come essere desiderabili. Anzi, semmai il contrario. Le bambine vengono tenute il più lontano possibile da qualunque desiderio maschile, lontane dall'idea stessa della sensualità - specialmente della loro. Per proteggerle, per difenderle. Nel mondo di Nedjma accade anche di peggio: le bambine vengono segregate fisicamente dentro le case, lontane dagli sguardi di chiunque. Ma durante questa separazione, un intero mondo fatto di donne gira loro intorno e le istruisce, le prepara, ai piaceri della vita coniugale che le attende.
Noi siamo andate avanti. Non viviamo l'adolescenza in segregazione (almeno, non fisicamente. Ma cos'altro è sentirsi dire "tu fallo più tardi possibile, mi raccomando"???), non ci aspetta il solo destino possibile di un matrimonio combinato dalla famiglia, abbiamo mille e mille possibilità davanti ai nostri piedi. Ma nessuno ci spiega più cosa significhi essere Donne.
Possiamo, e dobbiamo in certi casi, istruirci fino ai più alti gradi e di continuare a imparare per tutta la vita cosa che riguardano la scienza, le lettere, la matematica. Ma nell'unica e sola materia che ci accompagna inesorabilmente dalla culla alla tomba, il nostro essere intimo, la nostra femminilità, siamo lasciate a noi stesse.
Abbiamo abdicato al nostro ruolo.
Si, lo penso sul serio.
Non è che io sia tornata improvvisamente all'età della pietra e pensi che una donna debba essere solo l'oggetto del piacere di uomini libidinosi con la spada sempre sguainata.
Penso però che le donne siano ANCHE (e non solo) SOGGETTO (e non oggetto) del piacere, per se stesse e per i loro compagni.
E gli uomini??
Beh, gli uomini cosa volete che se ne facciano, oggi come oggi, di una donna che li seduce con sguardi cerchiati di kajal, quando accendono la televisione e trovano tette e culi a disposizione 24 ore su 24??
Siamo tanto sessuofobi in privato quanto libertini in pubblico. Ipocriti!
Abbiamo usato il sesso a fini commerciali (e continuiamo a penalizzare le prostitute, mah!) in ogni ambito e campo, il 90% delle immagini che quotidianamente ci raggiungono dai media è a sfondo sessuale. Ci siamo assuefatti, tutti quanti. Abbiamo creduto di modernizzare i costumi ed essere più liberi, e ci siamo invece rinchiusi in una prigione nuova. Una prigione dove il desiderio non esiste, perchè non c'è più nulla da desiderare. E' tutto in mostra. Come può un uomo commuoversi alla vista di un a mano delicata, quando le donne nude lo accerchiano?
E pertanto, anche noi donne, che siamo senza una guida...dobbiamo solo adeguarci.
Via gli sguardi ammiccanti e i movimenti provocanti, via la lentezza, la delicatezza, l'assaporare i momenti, i profumi, i sapori della pelle e del vento... queste cose ormai non fanno più presa, e in più, nessuno ce le ha mai insegnate. Gambe spalancate e via, senza tanti complimenti.
Spegnamo il desiderio in fretta e con prepotenza, come se fosse una malattia da guarire, e non un fiore a nutrire e coltivare, da far crescere non soltanto durante il sesso vero e proprio, ma in ogni attimo ed ambito della vita. Lo releghiamo alla camera da letto, mentre dovrebbe permearci, stimolarci, rinvigorirci ogni momemto di ogni giorno...... ma con delicata grazia e non come un pugno nello stomaco.
Nello scambio, ci abbiamo perso tutti.