Quando aveva 12 anni, la Puffola conobbe una ragazzina come lei, in vacanza. Si chiamava S.
La Puffola e S. avevano diverse cose in comune. Erano romantiche e sognatrici. Erano alla ricerca di un senso all'adolescenza che incalzava. Erano alla ricerca di un fidanzato che le amasse per quanto erano belle dentro. Erano anche alla ricerca del loro primo reggiseno, ma questa è un'altra storia.
La Puffola aveva una cotta mostruosa per il fratello della S. Il giovane incauto aveva a dire il vero dimostrato un qualche interesssamento per lei nella loro prima estate di amicizia, ma questo interesse si era smontato presto, come accade alle cotte da tredicenni. L'amicizia tra la Puffola e S. però non ne aveva risentito, e anzi, aveva proseguito su binari sempre più vertiginosi.
Le due erano legate ed accomunate da un singolare fattore fisico. Erano piccole. Con piedini minuscoli, numero 35 (taglia che oggi come oggi a 7 anni un bambino ha già superato). Questo era stato interpretato naturalmente come un segno del cielo, come una affinità elettiva innegabile, dandoil via a periodi di vita semi-simbiotica durante i quali, a vederle da lontano, non si riusciva a distunguere l'una dall'altra perchè spesso si scambiavano abiti e scarpe.
I pomeriggi estivi delle due giovinotte erano piuttosto singolari. A volte rubavano la bicicletta di qualche amico (del fratello di S., diciamolo, ormai sono passati anni, che potrebbe farci?) e andavano su e giù per il paesello scorrazzando come matte in due su un unico sellino, rischiando le ossa oltre che una bella strigliata. Una volta la piccola e magra S. - istigata, naturalmente - si è introdotta nel garage chiuso della famiglia di una amica per prendere in prestito il motorino di quest'ultima e farci un giro, configurando con cotanto comportamento il reato di furto con scasso. Uno dei pomeriggi più pazzeschi dell'estate!
Gli altri pomeriggi, beh.... quando non sgranocchiavano patatine stravaccate su una seggiola di bar con la "compagnia del tennis" capitava che passassero ore sdraiate sul parquet della camera di S. a sospirare languidamente sulle fotografie di Pierre Cosso... o, un paio di anni più tardi, su quelle di Simon le Bon e John Taylor... facevano lunghe dissertazioni filosofiche per chiarire se fosse meglio essere "fighe" come certune loro amiche o "bruttine" come vedevano se stesse... perchè è ben chiaro che una ragazza troppo bella non saprà mai se il suo ragazzo la vuole per il suo corpo o per la sua anima.... e loro preferivano decisamente essere volute per l'anima. Il fatto che le "belle" avessero molto più successo coi ragazzi di quanto non ne avessero loro era naturalmente imputato all'immaturità maschile più che alla loro stessa timida insicurezza...
A volte sollazzavano i loro curiosi (e morbosi....) cervellini con letture che avrebbero fatto morire d'infarto la nonna della Puffola se solo l'avesse sospettato.... i racconti erotici di Moravia sono solo un esempio... ma soprattutto un libro soprannominato improponibilmente "il mago di oz", di cui non dirò altro perchè è un segreto gelosamente custodito da oltre 20 anni.
Una volta la Puffola e S si innamorarono dello stesso ragazzo (S, se ci sei, l'ho rivisto di recente, è ancora uguale!). Beh, ad onor del vero, S era innamorata, la Puffola un po' meno... però amava seguire la sua amica ovunque. Accadde che, diversamente da quanto si verifica di solito, questo comune innamoramento non scalfì minimamente quella simbiotica amicizia, ma al contrario la rafforzò grazie ad abbondanti innaffiature di lacrime ora dell'una ora dell'altra. (Le due soffrono da allora di reumatismi alla spalla, a furia di consolarsi reciprocamente).
E poi naturalmente c'erano le fughe sul prato dietro casa di S per la fumata pomeridiana! Sprovvedute all'inizio, avevano rischiato di farsi beccare in flagrante (veramente, la Puffola è stata beccata eccome!), ma dopo qualche uscita si erano impratichite. Partivano con le sigarette in tasca e con un sacchetto contenente un mangiacassette e un centinaio di nastri, deodorante (era rosa... debby? sinphonny? qualcosa di simile), caramelle alla menta e cioccolatini, e rossetto per farsi beccare con la bocca in ordine nel caso avessero incontrato qualcuno. Avevano il loro posto segreto e ci stavano benissimo, sdraiate a fumare guardando il cielo, come le donne di mondo che immaginavano di essere.
La Puffola e S, dopo molto tempo, si sono parlate ieri sera al telefono. S ha tre figli, lavora con il marito nella sua farmacia, va ancora in vacanza nello stesso posto e nella stessa casa, dove anche altre amiche ed amici di un tempo tornano a volte con i loro figli. La Puffola muore di invidia, ma le ritrovate amiche si sono promesse di vedersi, a Milano o in villeggiatura, a qualunque costo e in qualsiasi circostanza.
Così succederà che si incontreranno e sarà come se il tempo non fosse passato tra loro. Probabilmente mollerano i pargoli, 5 fanciulli in tutto, ai rispettivi papà, si abbracceranno e andranno a fare un giro a piedi, camminando a ritmo e sincronizzando il "movimento chiappoidale". Come un tempo.