venerdì 21 marzo 2008
venerdì 14 marzo 2008
LA CONDIZIONE DELLA DONNA - Capitolo 1
domenica 9 marzo 2008
mercoledì 5 marzo 2008
QUANDO CE VO', CE VO'!!
Serata passata a ballare con il mio figlio grande le sigle dei cartoni animati (dei MIEI tempi) mentre il figlio piccolo ci guarda di sottecchi succhiando nel contempo il bordo del suo box nuovo di zecca (e ragionando con tutta evidenza sulla famiglia di squinternati che gli è toccata in sorte...)
Che dire, una bella scatenata mi ci voleva proprio per allentare la tensione.
A conti fatti, abbiamo deciso che la nostra preferita è decisamente questa qui:
Purtroppo pur con tutta la mia dialettica non sono riuscita a fargli capire la dinamica di Jeeg Robot d'Acciaio... il mistero di un ragazzo che fa una capriola e si trasforma nella testa metallica di un gigantone evidentemente è troppo anche per la sua fervida immaginazione...
martedì 4 marzo 2008
UOMINI PICCOLI
Che qualcuno mi spieghi, per cortesia, che cosa fa tanta paura agli uomini riguardo alle Donne e alle Madri.
Spiegatemi per favore perchè ancora oggi, nel civile, tecnologico, avanzato occidente, una Donna che decide di avere un figlio deve essere sottoposta a discriminazione e disparità nel lavoro.
Che qualcuno, uomo o donna che sia, per piacere mi risponda!
Cosa c'è di strano in una donna incinta?
Cosa c'è di inspiegabile in una gestante?
Cosa c'è di terrorizzante in una madre?
Perchè se una donna usa il proprio utero viene automaticamente considerata incapace di usare anche il cervello? Contemporaneamente, magari?
Da dove nasce questo insopportabile odioso indecente atteggiamento maschile (ma non solo, purtroppo) che respinge, sottovaluta e sminuisce inesorabilmente una donna con dei figli?
E' veramente solo una questione di produttività? E' solo la paura che il rendimento ne risenta a causa dei figlioli che si ammalano e tengono la mammina preoccupata lontana dalle catene e dai lucchetti della sua scrivania?
O c'è qualcosa d'altro, qualcosa di più?
Oh, si che c'è! Certamente che c'è. Le radici sono profonde e intriacate.
Beiamoci, esultiamo perchè noi emancipate donne occidentali non siamo sottoposte al velo, abbiamo disponibilità dei nostri soldi, usciamo a prendere aperitivi con le amiche in minigonna e ombelico al vento e ci facciamo tutti gli amanti che vogliamo. Siamo orgogliose delle nostre conquiste! Lavoriamo a ritmi impensabili per 9, magari 10 ore al giorno e non basta mai, senza una pausa, senza un cedimento, e abbiamo l'illusione, la pia piccola inutile illusione che "loro", gli uomini, ci apprezzino per questo, che abbiamo abbattuto la barriera e superato il confine. Siamo diventate stronze come loro, lineari, dritte, senza femminilità finanche nel vestire, autoritarie anzichè autorevoli, e ci sembra una conquista.
Fino a quando l'orologino biologico che ticchetta dentro di noi si fa sentire e la pancia comincia a crescere.
A quel punto torniamo ad essere quelle che siamo sempre state nell'immaginario degli uomini (ma meglio farei a dire semplicemente maschi): "solo" donne. Inaffidabili, emotive, cicliche.
Ebbene, io porto con orgoglio quel "solo". Ne sono fiera, me ne vanto. Mi vanto di essere inadatta ad essere stronza come un uomo. Mi vanto di avere due figli, mi vanto di saper fare una strepitosa crostata di mirtilli, mi vanto finanche della mia rabbia, del mio orgoglio, dello schifo che provo davanti a certi "uomini" falsi, bugiardi, vigliacchi e tremanti davanti a un minimo di confronto.
Virili....
E questa rabbia non passerà invano.
sabato 1 marzo 2008
G E N I A L E ! ! ! !
"(...) Lo studioso francese della preistoria ALG ha visto nella liberazione della mano dovuta alla stazione eretta il primo formarsi di un utensile che lavora fuori dall'organismo. E' questo quello che ha dato il via a quella costruzione sempre più estesa cui diamo il nome di Cultura (...) Sembra strano che persino gli studiosi che hanno messo l'accento sulla azione della mano per la costruzione della Cultura, pur essendo di sesso maschile, non abbiano mai pensato al pene come a un membro che si muove e agisce all'esterno dell'organismo... e anzi il silenzio che lo circonda nei libri di antropologia come in quelli di storia, rappresenta di per se un fatto sorprendente e significativo (...)
In realtà il pene è un <utensile> di grande complessità il cui funzionamento è esemplare; un perfetto prototipo di motore fornito dalla Natura in quanto non solo si erge e si prolunga, produce energia-calore e proietta lontano da se un getto che colpisce un bersaglio, ma permette all'uomo sia di misurarne internamente la forza d'emissione che di vederne all'esterno il risultato. Non c'è attrezzo, non c'è arma che non copi sotto qualche aspetto la forma, il meccanismo e la funzione del pene (...)
Non si può credere che l'uomo non abbia riflettuto sul funzionamnto del pene e non se ne sia servito per la vita concreta come ha fatto con molte altre parti del corpo. Le misure per esempio sono state fissate in base a quelle della mano, del piede, del passo, del pollice... tutti gli oggetti composti da una parte che penetra e di una che viene penetrata si distinguono ancor oggi in maschio e femmina. L'acciarino è formato da maschio e femmina il che permette di supporre che l'idea di poter produrre calore col movimento sfregando un punteruolo in modo accelerato contro una pietra o un legno sia stata suggerita dall'esperienza, senza dubbio illuminante, del funziona mento del pene (...) Il silenzio su questo dato fondamentale di tanti uomini che hanno speso la vita a studiare le tecniche per la fabbricazione degli oggetti, più che stupire, intimorisce. (...) PerfinoLeonardo ha taciuto. Eppure chi più di lui ha riflettuto sul moto partendo proprio dal corpo umano? (...)
Di cosa hanno paura i maschi dunque? Forse non riescono a percepirlo come uno strumento perchè non può evolversi? Perchè non può allenarsi, migliorare le sue prestazioni come le mani, le gambe le braccia o le dita? Oppure perchè non se ne sentono mai del tutto padroni? (...)
Quando i maschi parlano di desiderio (e lo fanno di continuo anche nei commenti biblici) a cosa si riferiscono se non all'erezione del pene? (...) Basterebbe il linguaggio conil quale la Chiesa tratta della MAdonna, perfino nelle preghiere liturgiche, per rimanere traumatizzati dalla brutale concretezza dei termini e dei concetti (...) La Vergine Maria, il sacrario delle nozze del Verbo con la carne, (...)Vergine, vergine, vergine. Questa parola che ha ossessionato le donne, testimonia unicamente dell'esperienza che il maschio fa attraverso il pene del corpo femminile. Nessuna donna, altrimenti, avrebbe mai saputo dell'esistenza dell'imene (termine che soltanto i maschi possono aver inventato)."
E sono solo a pagina 27. Chissà cos'altro c'è in serbo nelle prossime pagine... ihihih!
A.