Beh, che dire,
non c'è niente di meglio che un po' di pioggia e freddo per non rimpiangere le ferie....
Benritrovati a tutti cari amici di splinder, rieccomi a spaccarvi variamente i maroni et similaria con i miei inutili quanto risibili post :D
Le tre settimane di ferie sono trascorse in un lampo. Vero è che siamo tornati dalle vacanze pidocchiosi ed abbiamo dunque avuto qualche momento di gloria, vero è pure che il numero di lividi sulla fronte e sulle gambe del Ninnolino (fa un bel 89 cm x 13.5 kg, ndr) ormai non si contano più e vero è pure che la prima parola al suono della sveglia del Ric ieri è stata "maledettascuolamaledetta" tutto attaccato, però un lato positivo c'è. Se è vero che il sonno porta consiglio (e vi giuro che ho dormito ALLA GRANDE in queste ferie), a me ha portato la decisione definitiva per il part time.
Lo so, argomento trito e ritrito, ma devo veramente registrare un giro di boa. Mai, e dico MAI in tutta la mia vita mi era capitato di essere così completamente definitivametne disperatamente disinteressata al mio lavoro. Ci rifletto, e le verità sono essenzialmente due.
1. In questa società, non farò mai "carriera". E' organizzata per girare attorno (e anche un po' sopra e sotto) al mio adorato capo, e il punto è che abbiamo idee e punti di vista troppo diversi, siamo proprio due pianeti completamente opposti. Non c'è speranza, niente, non potremo mai vederla allo stesso modo. Stando così le cose, dubito che mi proporrà una promozione o un aumento di stipendio....
2. Che sia giusto o meno, non ho più voglia di gavetta. Ne ho fatta un sacco, ho quasi 38 anni e l'idea di ricominciare tutto daccapo in un'altra azienda (fermo restando che non è proprio un periodo d'oro per le assunzioni...) non mi sorride proprio. Qui, almeno, conosco le dinamiche. E le dinamiche, si sa, se le conosci le eviti...
Ne deriva il famoso adagio "ma allora che ti sbatti a fare".
Sono giunta all'intimo convincimento che questa azienda è il posto ideale dove arrivare-fare-andare, punto e stop. Se per sbaglio te la prendi un po' a cuore, è un disastro. L'ho fatto per anni ed anni, ma ora ho intenzione di dedicare le mie energie ad altro.
Dunque al momento mi barcameno tra idilliache visioni di me stessa che preparo torte al cioccolato in una cucina linda, alle cinque del pomeriggio, mentre uno dei figli fa i compiti con impegno e l'altro beve un succo davanti ai cartoni animati. Paradisiache immagini di letti fatti e cene pronte si parano davanti ai miei occhi increduli, straordinari quadri di giocattoli in ordine ed armadi chiusi, di piante annaffiate con continuità e superfici spolverate popolano il mio sonno e la mia veglia.
Per non parlare delle serate fuori col marito (che quando i nonni saranno liberi da obblighi, qualche sera me li terranno pure, no, sti pargoli!)
Che, voglio dire, eccezion fatta per l'impegno nei compiti (!!), non è che poi siano 'sti risultati irraggiungibili.
Si tratta di qualità della vita. Incrociando tutto l'incrociabile, sono a mezza via, se mi dice bene. Mi sembra ora di dare importanza alle cose che contano e sfrondare i rami secchi.
Dopotutto, è autunno.
Questo dunque, il piano: vado dal capo, gli dico che voglio le 6 ore, lo ascolto educatamente, lo ringrazio, ed esco dal suo ufficio trionfatrice. Quando questa cosa debba avvenire non è ancora perfettamente chiaro, ma di sicuro non posso aspettare troppo.
Mi marcisce il fegato.
Ogni dito incrociato è il benvenuto.