La pedofilia è una malattia?
La pedofilia, ossia provare attrazione sessuale per bambini o ragazzini, è secondo me una delle cose più disgustose, rivoltanti e ripugnanti che possano mai esistere al mondo. Ma è una malattia?
Quando un adulto molesta o violenta un ragazzino o un bambino, va punito per l'impulso sessuale che prova nel suo intimo, o per la sua traduzione in atti mostruosamente violenti? Ovvero cosa bisogna riprovare, il sentimento (in mancanza di un termine migliore) o l'azione?
Considerarla una malattia, per quanto ogni fibra del mio essere madre e donna urli che i pedofili vanno messi al rogo tutti e subito, mi fa paura, perchè crea un precedente.
Quando un uomo violenta una donna, non viene condannato (o curato) perchè gli piace il sesso eterosessuale tra adulti, viene condannato per la violenza. Quando un adulto violenta un bambino, non andrebbe punito (o curato) perchè pedofilo, ma perchè violento, semmai con l'aggravate che la violenza sia avvenuta contro un minore. Se la pedofilia è una malattia e come tale fuori dal controllo della persona malata, essa diviene un'attenuante, e non più un'aggravante dell'atto di violenza.
E poi, parlare di malattie e cure quando si tratta di impulsi sessuali (per quanto, ripeto, io trovi assolutamente ripugnante questo specifico tipo di impulso) mi scatena sempre un brivido di paura. Oggi parliamo di pedofili, categoria facile da etichettare perchè odiata da tutti, ma domani potremmo parlare di omosessuali o bisessuali, o che-so-io-sessuali i quali esulando dal tradizionale maschio e femmina nellaposizionedelmissionario potranno vedersi bollati come infermi
Già qualcuno in anni recenti parlava di "forme deviate e deboli di amore", e io non vorrei, nella giusta foga ed ansia di salvare mio figlio, lasciargli in eredità un mondo più intollerante anzichè più giusto.
Sono veramente, ma veramente perplessa.
A.