Immagina di avere 14-15 anni.
Sei una bella e giovane ragazza ebrea, osservi la legge, vivi coi tuoi genitori (o con degli zii) in un piccolo paese della Palestina. La tua famiglia non è ricca, ma conosciuta e comunque benestante. La tradizione famigliare dice persino che la tua discendenza è nobile, reale. Si può forse farla addirittura risalire alla stirpe di Davide, ma non attraverso Saolomone (il figlio di Davide che fu re), bensì attraverso suo fratello, figlio anch’esso di Davide e della concubina reale Betsabea. La tua vita scorre tranquilla, normale. Fili, attingi l’acqua, rispetti le regole del Tempio.
Ti chiami Miriam.
La Palestina è una terra occupata. I romani vi sono giunti una cinquantina d’anni prima della nascita di Miriam e non se ne sono più andati. Hanno riconosciuto legittime le pretese al trono di Erode, che non ha alcun diritto di regnare, e hanno riempito le città e i paesi di guarnigioni. I soldati sono tanti, sporchi e rudi. Si fanno ben pochi scrupoli con la popolazione locale. Ce n’è uno in particolare, che forse si chiama Abdes Pantera. E’ di origine ebraica, ma è diventato cittadino romano grazie al servizio militare. Forse Miriam è attratta da questo soldato. Dopotutto è rozzo e sudicio, ma almeno è giovane. Lei invece è promessa ad un uomo molto più vecchio di lei. Forse invece viene aggredita in un vicolo, al ritorno dal pozzo. Nessuno lo sa. Ma Miriam si trova incinta.
Il suo fidanzato ne resta sconvolto. Le malelingue iniziano a tessere la loro tela, Yosef vuole ripudiarla. La legge lo consente, Miriam è adultera. Ma infine cambia opinione, e la sposa ugualmente. Non la tocca, la rispetta fino alla nascita del bambino che non è suo, e lo adotta. Gli impone il nome di Yeshua ben Yosef. Lui è vecchio l’astinenza sessuale non deve costargli grande fatica. La documentazione pervenutaci è ricca di velate allusioni (ed anche insulti) a questo Yeshua per la sua dubbia nascita
Fatto è che Miriam partorisce altri 6 figli dopo Yeshua, 4 maschi e due femmine. I loro nomi sono Giacomo, Ioses, Giuda e Simone. Le figlie forse Maria e Salomè.
Non sappiamo se questi 6 siano figli di Yosef. Yosef probabilmente è morto senza avere una discendenza. Stando alla legge del Levirato, Miriam avrebbe dovuto sposare il fratello del marito, per assicurare che il suo nome venisse perpetuato. E forse sposa Caifa, fratello di Yosef, che le da i 6 figli citati, e il primo è conosciuto come figlio di Yosef.
E’ pobabile che anche Caifa fosse molto vecchio. Forse è morto anzitempo anche lui. Forse Miriam e i suoi 7 figli sono rimasti soli, ed il primogenito Yeshua era probabilmente molto più grande dei suoi fratelli. Diventa capofamiglia. Miriam probabilmente guadagna qualche soldo come filatrice, e Yeshua approfitta dell’opportunità offerta a molti tekton (normalmente tradotto come falegname, ma con il più probabile significato di scalpellino – lavoratore edile a giornata) dalla ricostruzione della città di Sefforis, a solo un ora e mezza di cammino da Nazareth dove la famiglia resiedeva.
Cosa è successo dopo? Non si sa… si sa soltanto che una volta avuti 30 anni Yeshua, colui “che è detto figlio di Yosef” (ma che non lo è, non dimentichiamolo) fa qualcosa che lo porta alla ribalta. Alcuni pensano che diventasse un Rabbi, che abbia iniziato una predicazione spirituale sul Regno che non è di questo mondo. Altri ritengono che invece abbia voluto rivendicare il Trono di Davide. Che abbia preso coscienza della sua origine Regale, e abbia – consapevolmente e volutamente magari – compiuto gli atti che hanno permesso alle profezie di realizzarsi. Ecco allora che entra in Gerusalemme a dorso d’asino, ecco che rovescia i tavoli dei cambiavalute al Tempio. Ecco che viene salutato entusiasticamente al grido di “Osanna al figlio di David” da quella stessa folla che gli preferirà solo 3 giorni dopo Barabba e lo menderà a morte sulla croce.
Ma torniamo alla mite Miriam. Di lei cosa sappiamo? Che ha seguito suo figlio nei suoi pellegrinaggi per la terra di Palestina, che faceva parte del suo seguito. Che era presente ai piedi della croce. Davvero?
I documenti pervenutici parlano di donne presenti sotto la croce ad assistere alla morte di Yeshua. (per inciso, la crocifissione era riservata ai nemici politici di Roma, non ai predicatori. I colpevoli secondo la legge del Tempio di bestemmia o sedizione venivano eventualmente lapidati, non crocifissi). Documenti diversi riportano elenchi diversi rispetto alle donne che hanno guardato Yeshua agonizzare. Gli uomini, sappiamo, i suoi fedeli discepoli, si erano dileguati molto rapidamente vista la mala parata.
Uno di essi indica come presenti “Maria (Miriam) di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e Ioses e Salomè”; un altro dice “Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe e la madre dei figli di Zebedeo”. Soltanto in un caso (Giovanni 19,25) la madre di Yeshua viene esplicitamente menzionata: “Maria madre di Yeshua, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria la Maddalena”
Tutte Marie, tutte Miriam. Era il nome femminile più diffuso.
Quello che salta all’occhio è che nei primi due elenchi, Maria non è nemmeno menzionata come la Madre di colui che sta morendo. Sappiamo che c’è perché viene indicata come madre degli altri suoi figli (Ioses, Giuseppe, Giacomo) che sappiamo essere fratelli minori di Yeshua. Ma lei, la più dolente, la più addolorata, colei che più di tutte stava perdendo in quel momento – un figlio! – sembra quasi dimenticata.
E chi è mai questa Maria di Cleofa che appare nel terzo elenco?
Quello che c’è qui è la storia di una Donna che ha vissuto e sofferto nel mondo vero. Una donna che ha avuto un figlio illegittimo (forse ha subito violenza, forse ha sfidato la legge del Tempio per amore), che era stata promessa ad un uomo vecchio e ne aveva in seguito probabilmente sposato il fratello, vecchio lui pure. Una donna che è rimasta due volte vedova, che ha cresciuto 7 figli da sola con l’unico aiuto del suo primogenito poco più che adolescente, che ha vissuto gli anni della dominazione straniera, e che ha visto suo figlio ascendere e cadere nel peggiore dei modi, e morire nel modo più atroce.
Tutto quello che oggi ci si ricorda di lei è che aveva un viso angelico e che era Vergine. Vergine, la sua perpetua verginità è tutto quello che interessa di questa donna straordinaria che ha tanto sofferto. Abbiamo ucciso la Donna vera e vitale e fatto vivere una santa ascetica e lontana.
Abbiamo cancellato la sua storia e l’abbiamo buttata a viva forza in una immaginifica versione della sua vita che non le rende giustizia, ne a Lei ne a suo figlio che pure ha sofferto per i suoi ideali e i suoi desideri.
Il tutto ad opera di uomini (nel senso di maschi) vissuti centinaia di anni dopo di Lei che non le hanno dimostrato ne amore ne rispetto. Uomini, come coloro che davanti alla croce sono fuggiti lasciandola sola a piangere suo figlio..
Povera Miriam tradita.