lunedì 20 marzo 2006


Anno 33dC secondo il calendario Gregoriano

La casa del dialogo precedente

Interno, notte.

 

 

L'Uomo era seduto, immobile.

Il suo sguardo sembrava stranamente assente, come se fissasse un punto lontano che solo lui poteva percepire.

Gli uomini attorno a lui erano abituati a questo genere di atteggiamento. Il Maestro spesso andava dove loro non potevano seguirlo.

Ma quella sera era diverso.

C'era un senso di aspettativa, nell'aria si respirava il profumo di avvenimenti per ora solo presagiti.

Dalla porta giunse un rumore di passi, ed entrò la Donna, riccamente vestita, bella come una visione divina, di una bellezza quasi sfacciata, sfoggiata apertamente senza pudore, senza vergogna.  Ogni segno di cedimento o di inquietudine cancellato dal viso, ogni movimento della mano perfetto come solo quelli di una Regina sanno essere.

Gli uomini attorno al maestro si girarono a guardarla, e subito abbassarono gli occhi. Nessuno osava guardarla apertamente, o apertamente sfidarla.

Tranne uno, che tenne i suoi occhi di fuoco dritti in quelli della Donna, esprimendo con lo sguardo paura, e forse disprezzo

 

L'Uomo si volse verso di lei, e le sorrise lievemente.

I suoi occhi indugiarono sul suo abito scollato, un istante solo, un momento soltanto per riportare un ricordo alla mente, prima che l'inesorabile si compisse.

 

- E' il momento, mio signore. Ti prego, manda via gli uomini


L'Uomo che alcuni chiamavano Maestro fece un cenno con la mano e i suoi accoliti si alzarono e cambiarono stanza. 

Uno di essi, sempre lo stesso, fissò la Donna con aperto odio, fissò il vasettp che portava tra le mani chiedendosi cosa mai potesse contenere che lui e gli altri fossero indegni di vedere e conoscere.

 

La Donna ricambiò il suo sguardo, ma non c'era odio nella sua espressione.

Solo la velata consapevolezza di una superiorità irraggiungibile.

Come una Dea che guardasse dall'alto un piccolo mortale arrabattarsi tra pieghe di Saggezza per lui incomprensibili   

 

E forse era proprio così.

    

L'Uomo attese che tutti se ne fossero andati.

Non avrebbero capito, non avrebbero mai potuto comprendere la solennità e la ritualità di quel momento.

Loro non sapevano, loro non potevano partecipare al rito. Troppi veli offuscavano la loro mente, i loro occhi e i loro cuori. In parte, ammise, era colpa sua, che li aveva tenuti all’oscuro.

La conoscenza non è per tutti.

Quell'attimo era suo, suo e della sua Compagna.

Lei lo avrebbe reso degno del destino che stava per compiersi.

 

Una volta soli l'uno davanti all'altra, la Donna si chinò ai piedi dell'Uomo e posò a terra il vaso che aveva con se.

Poi sciolse i lucidi capelli neri e per un lungo momento li accarezzò districandoli con le dita, in un gesto che era ad un tempo pudico e sensuale.

L'Uomo la guardò intento, e i suoi occhi espressero - per un istante solo - il più puro e profondo sentimento d'amore che possa albergare nel cuore umano.

 

Poi la consapevolezza di quanto stava avvenendo lo riassalì, ed egli tornò immobile, serio. Preoccupato, forse.  

 

La Donna aprì il vaso, la sua piccola Giara di Alabastro, e un profumo dolce si sparse nell'aria.

Prese con le mani il prezioso unguento in essa contenuto e cominciò con lentezza a cospargerne il capo dell'Uomo, mormorando parole che solo lui poteva udire, e che nessuno avrebbe comunque potuto comprendere. 

L'incanto del momento fu rotto solo da un commento sprezzante che giungeva dall'altra sala, dove gli uomini si erano raccolti, in attesa. 

Qualcosa che riguardava lo spreco di denaro per quell'unguento. 


La Donna non vi prestò orecchio, continuò la sua opera con calcolata lentezza e sensualità.

Il rito doveva compiersi, e l'incomprensione di pochi sarebbe ben presto stata ricompensata dalla consapevolezza di molti. 

E la promessa della Rinascita si sarebbe compiuta, la ruota avrebbe continuato a girare.

 

Quando la Donna ebbe finito, quando l’Uomo fu unto, lui la guardò dritta in volto.

  

- Sto per morire, mia signora? Mia sophia, mio amore, sto dunque davvero per morire?

- Si - rispose lei con semplicità. -ma non sarà per sempre.


 

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