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giovedì 7 ottobre 2010

LA FORZA DELL'AMORE - Elogio di Severus Snape (attenzione spoiler su HP7)



Sto rileggendo HP and the Deathly Hollows a mo’ di ripasso in vista dell’uscita della prima parte del settimo film prevista per il mese prossimo. E ogni volta che lo leggo, mi innamoro sempre di più del personaggio di Severus Snape, il vero eroe della storia, il più coraggioso ed il più dotato di tutti i personaggi creati dalla zia JK.

 

Severus Snape è la vera causa della morte di James e Lily Potter.

 

La sua storia è tra le più tristi che si possano immaginare. Severus è un mezzosangue. Il suo padre babbano era un ubriacone e un violento. Abitava da bambino nello stesso quartiere di Lily e Petunia Evans, ed è stato il primo ad accorgersi che Lily era una strega. La loro amicizia è nata così, da bambini, con lui che le raccontava del meraviglioso mondo di cui entrambi facevano parte, della scuola che avrebbero frequentato, delle possibilità infinite davanti a loro.

 

Naturalmente, per Severus non era “solo” questione di amicizia. Severus ha amato Lily dal primo momento, e per tutta la vita.

 

A scuola, nonostante siano stati smistati in Case diverse, sono rimasti amici. Lily difende Sev dall’arroganza e dagli attacchi – diciamolo, spesso ingiustificati – di James e Sirius, i due ragazzi più pololari della scuola, probabilmente tra i più dotati e sicuramente i più arroganti. Quanto diverso doveva sembrare il povero Severus, mai veramente apprezzato da nessuno se non da Lily, in confronto all’amatissimo James Potter e a Sirius, bellissimo e dotato…

 

Severus comincia  presto a sentire attrazione verso le arti oscure. Colui Che Non Deve Essere Nominato sta reclutando adepti. Nella Casa di Serpeverde insieme a Severus ci sono Lucius Malfoy, Crabbe, Goyle e tutti quelli che sarebbero di li a poco diventati i fedeli Mangiamorte di Voldemort; Severus – che era sempre stato trascurato e maltrattato da famiglia e compagni – non può non restare affascinato dalle teorie di superiorità e dominio che il mago oscuro instilla  nei suoi seguaci.

 

I primi screzi nell’amicizia con Lily avvengono appunto per questo. Lily, una vera Grifondoro, non riesce accettare la voltura di Severus verso le arti oscure; dal canto suo Severus ha visto l’interesse di James per Lily e ne è disperatamente geloso. Nonostante Lily non dimostri inizialmente nessun interesse nel giovane Potter, i rapporti tra lei e Severus sono destinati ad interrompersi bruscamente e definitivamente.

 

E qui il destino interviene.

 

Severus ascolta per caso la Profezia che lega Voldemort ad Harry Potter nel momento in cui viene pronunciata. Deluso ed addolorato per la fine dell’amicizia con Lily,   intravvede la possibilità di salire nella stima del Signore Oscuro, e glie la riferisce


Quello che Severus non immagina,  è che a seguito di questo Voldemort darà la caccia ed ucciderà proprio la “sua” Lily.

 

Devastato dal dolore e dal rimorso, Severus si presenta ad un Dumbledore che lo disprezza, supplicandolo dapprima di proteggere Lily (o anche tutta la famiglia se non si può proprio fare a meno di salvare anche James…) e poi, dopo la sua morte, mettendo a disposizione la sua vita e consacrandola a fare ammenda per quell’unico, terribile, irreparabile errore commesso.

 

Posso solo immaginare il tormento di un personaggio così. Disperatamente innamorato, di un amore che è senza speranze per definizione, perché l’amata non è più in questo mondo. Disperatamente sofferente, atrocemente pieno di rimorso, di colpa, di rimpianti.

 

Ed è in tale stato d’animo che  dopo 10 anni si ritrova davanti il viso del suo vecchio nemico, di quel James Potter che aveva vinto il cuore di Lily come lui non aveva mai potuto. Harry è identico a suo padre, nel viso e nel carattere. Ribelle, arrogante, sicuro di se…. Ma i suoi occhi sono gli occhi di Lily. Ed è questo che lo sprofonda definitivamente nel baratro. Come può lasciar morire gli occhi di Lily una seconda volta? Come può sopportare il disprezzo del figlio, quando aveva già sopportato quello del padre, trasmesso proprio da QUEGLI occhi?

 

Severus odia autenticamente e profondamente Harry. E’ troppo simile a suo padre per non odiarlo. Ma lo sguardo di sua madre che irradia dal suo viso è un eterno e costante monito e ricordo per Severus delle sue colpe imperdonabili. Severus passa i successivi 7 anni a proteggere Harry in nome dell’amore che portava a sua madre….. mentre tutti pensano che la sua intenzione sia quella di distruggerlo.

 

Severus è rimasto nell’ombra. Cresciuto enormemente nella stima di Dumbledore (che infatti si domanda ad un certo punto se lo Smistamento di Severus non sia stato frettoloso…), lavora per “i buoni” mentre finge di essere il numero 2 del Signore Oscuro. Quello stesso Signore Oscuro che ha doti di grande Legilimes, ma al quale la mente di Snape rimarrà sempre nascosta, in virtù delle sue grandissime capacità, misconosciute.

 

Chi è allora il più grande mago di tutti i tempi? Dumbledore? Voldemort? O il piccolo, unticcio e odioso Snape? Chi è il più coraggioso? Chi ha la più grande capacità di amare?

 

Le sue azioni seguenti sono – per sua stessa volontà – fraintese da tutti. Piton uccide Dumbledore… ma è parte di un piano concordato (Dumbledore sta morendo comunque) per salvare l’anima di Draco, che avrebbe dovuto compiere l’omicidio. Prende il posto di Preside ad Hogwards, ma lo fa per proteggere gli studenti piuttosto che per vessarli. Ricorda costantemente a tutti che Harry appartiene al Signore Oscuro… ma lo fa perché nessuno lo uccida… perché la vita continui ad irradiarsi da quegli occhi che lo tormentano e lo stregano da sempre.

 

Piton produce un patronus che ha le sembianze di Lily…. E quando dopo anni ed anni Dumbledore se ne accorge e gli chiede “ma come Severus, dopo tutto questo tempo?” la sua risposta è lapidaria. “Sempre”. Meraviglioso.

 

E la sua morte, la sua morte inutile ed ingloriosa, ancora nel segno dell’amore per Lily. Snape morirà per mano del suo Signore, di Voldemort, che gli richiede questo servizio come estremo segno di fedeltà. Le sue ultime parole sono per Harry, che è presente.

“Guardami”, gli dice. “Look at me”. Severus vuole morire guardando gli occhi di Lily per l’ultima volta, vuole morire sentendo lo sguardo di lei sul suo viso.

 

Piton muore senza requie e senza perdono.La sua redenzione sarà soltanto postuma, quando - grazie ai ricordi passati ad Harry negli ultimi momenti prima di morire - finalmente il suo ruolo, il vero ruolo del suo sconfinato e smisurato amore e coraggio diventeranno chiari per tutti.

 

E dunque Dumbledore aveva ragione. Tutto comincia e finisce con l’Amore. L’amore di una madre che muore per salvare il figlio, l’amore di un professore che protegge i suoi studenti, l’amore di un uomo respinto che distrugge la propria vita nel ricordo di una donna che non è mai stata veramente sua. E chi non riconosce il ruolo dell’Amore, è destinato a soccombere nell’oblio.

giovedì 1 ottobre 2009

AUTUNNO DI CAMBIAMENTI.

Ma io sono davvero cambiata!


Me ne rendo conto ogni giorno,anche solo parlando con le colleghe. C'e n'è una in particolare cui voglio molto bene ma che sta sempre a lamentarsi della scortesia o delle battutacce o della cattiveria di certe risposte che riceve da altre colleghe (alcune delle quali, bisogna dire, sono stronze la parte loro).


Io mi trovo a risponderle frasi sagge e filosofiche come "ma dai che ti importa, lascia perdere, quella che vive peggio è lei, non badarci, non te la prendere" e tutta questa serie di luoghi comuni che, di fatto, direi comunque... ma 'stavolta mi rendo conto che ci credo davvero.


Non mi arrabbio, non mi inalbero, non mi innervosisco. Una risposta mal data, una cattiveria gratuita, non hanno peso nella mia vita, non la cambiano di una virgola, per cui.. panta rei. Relaziono alla perfezione con queste colleghe stronze, butto là una battutina ogni tanto, e stronco le loro con l'ironia.. ma senza peso, senza incazzarmi come avrei fatto una volta. Una specie di "non ti curar di lor, ma guarda e passa". E se mi parlano alle spalle, amen. Vivo uguale.


Sto in questa specie di nirvana emotivo, e ci sto da dio. Stesso discorso per il lavoro. Ho chiesto il part time (si, l'ho chiesto, e sono cautamente ottimista...), e so che questo significa togliere alla mia vita professionale il peso che ha avuto finora... ma chissà com'è mi sento libera e leggera come una goccia d'acqua.


E così mi è venuto in mente il maestro Sun. O meglio, una sua moderna discepola, Chin-Ning Chu che ha scritto un libro intitolato "L'arte della guerra per donne" la cui lettura consiglio caldamente a tutte e che tratta di come applicare i principi del Maestro Sun nell'ambito lavorativo, per ottenere i riconoscimenti, le promozioni e più in generale quanto una donna sente di meritare ma che per varie ragioni non riesce ad avere dal punto di vista professionale. Ho applicato quei principi e mi hanno dato buoni frutti.


Ma Ching-Ning Chu ad un certo punto dice che avere successo non significa necessariamente diventare General Manager di qualcosa. Che ad un certo punto si può anche rendersi conto di NON volere seguire quella strada, di preferire perseguire altri obiettivi. Una donna di successo dunque non è quella che comanda, ma quella che segue il suo proprio tao, ossia la sua "retta via", ovunque porti.


Io dico: no, grazie. Preferisco dedicarmi ad altro. Preferisco vivere la mia vita diversamente. Preferisco alimentare un lupo e non l'altro. HO DECISO di smettere di vivere sempre in guerra con qualcuno o contro qualcosa, in ogni ambito. Ho smesso di sentire il bisogno di dimostrare di essere all'altezza. Il potere di smettere è mio, oggi. Lo dico, e  finalmente lo credo anche.


Dunque, sono vincente.

mercoledì 22 aprile 2009

ANCORA SENZA PAROLE.




La follia va diffusa


Il più possibile.


Per difendersene.


Per piacere leggete  QUI QUI  e lasciate un commento.


Grazie.




 

venerdì 30 gennaio 2009

L'ARTE DELLA GUERRA

In Guerra, il Generale riceve il comando dal Sovrano.


Dopo aver radunato un'armata e concentrato le sue forze, egli deve miscelare e armonizzare i differenti elementi prima di intraprendere le operazioni.


(Sun Tsu, L'arte della Guerra, capitolo VII)



E' possibile che il Sovrano darà il (piccolo) comando al Generale oggi (ma anche no). L'armata sarà composta - se dice bene - da 4 elementi appena, incluso il Generale. Ma avrà un enorme vantaggio.


Sarà una armata di donne, comandata da una donna.


Niente galletti litigiosi, qui. Noi facciamo le cose in un altro modo.


Quanto ad armonizzare e miscelare, il Generale ha qualche idea in mente. Ciò potrebbe coinvolgere un  nemico comune: nulla di meglio per creare uno spirito di gruppo ed un comune sentire.


Colei che avrà l'appoggio della truppa, vincerà.



Purtroppo si staglia un nuovo possibile nemico all'orizzonte. Un nemico pericoloso. Un nemico donna. Un nemico contro il quale l'arte della dissimulaizone farà la differenza.


 

lunedì 26 gennaio 2009

IL TAO DELLA VITTORIA


Colei che sa quando combattere e quando astenersi, vincerà;


Colei che sa quando utilizzare tanti soldati o pochi, vincerà;


Colei che gode del pieno sostegno delle truppe, vincerà;


Colei che è pronta a cogliere le opportunità favorevoli, vincerà;


Colei che riesce a liberarsi delle interferenze dei superiori, vincerà.




Questo è il Tao - la via retta che conduce alla vittoria, indipendentemente dal tipo di battaglia.




Facile, no??



:-/

venerdì 12 settembre 2008

martedì 2 settembre 2008

DAVID GEMMELL

Ho appreso solo di recente della scomparsa di uno dei più apprezzati scrittori fantasy del panorama internazionale. David Gemmell è stato stroncato da un problema cardiaco a soli 57 anni il 28 luglio 2006.


Io sto leggendo il suo ultimo libro, libro che quando l'ho acquistato non sapevo sarebbe stato l'ultimo in tutti i sensi. Si tratta di "La Caduta dei Re", conclusione della trilogia dedicata alla guerra di Troia (qui accanto la copertina del primo libro) scritta con passione, con competenza e con un tocco personale che cambia le carte in tavola e fa di questa Storia non la solita trita vicenda che tutti conosciamo e che Hollywood ha storpiato recentemente in un pietoso film.


La guerra di David, non è quella cantata da Omero. Nella Troia di David, Il Cavallo di Troia non è una struttura lignea a forma di cavallo, ma la cavalleria troiana, comandata dal prode Ettore. Ettore che sposa Andromaca, figlia del re di Tebe Ipoplacia, che ha passato la maggior parte della sua vita sull'isola di Tera, come sacerdotessa, e che ha intrecciato una relazione sentimentale lesbica con Calliope, sorella del grande Achille.


Achille che non è un semidio ma un semplice guerriero, uomo d'onore e di coraggio, e morirà avvelenato dal suo stesso comandante dell'esercito, Agamennone, durante il famoso duello contro Ettore causato dalla morte di Patroclo. I due eroi moriranno entrambi durante il duello, onorevolmente, alla fine combattendo fianco a fianco contro i traditori micenei.


In questa storia Priamo ed Ecuba non sono i buoni sovrani cui siamo abituati, ma due feroci, freddi calcolatori, opportunisti ed incuranti delle vite che stroncano per raggiungere i propri piano. In questa storia, Enea non è solo un ragazzino che scappa col padre sulle spalle alla caduta della città, ma un grande Re, un feroce combattente ed un navigato lupo dimare che tutti conoscono come Elicaone l'incendiario, innamorato di Andromaca dalla quale avrà un figlio, pur senza esserne a conoscenza.


Ed Odisseo, il cantastorie, che inventa e non vive le storie narrate sul suo ritorno a Itaca, grande marinaio e stratega, che salverà sua moglie dai pirati (e non dai proci) prima e non dopo la guerra, con l'aiuto di Elicanone del quale è un grande amico, nonostante la guerra li veda su opposti schieramenti.


Anchise, Peleo, i padri degli eroi che Omero ci ha descritto sono figure negative, maligne, cattive. Agamennone il conquistatore è osceno nella sua avidità, nella sua crudeltà, nel suo sprezzo della vita.


Tutto contornato dal storie piccole, di soldati, di giovani medici coraggiosi, di prostitute innamorate e di ancelle valorose che, forse, salveranno la loro città dall'invasore miceneo. O forse no.


Quel che è certo è che un prospero e vitale insediamento commerciale è stato fondato prima della guerra da Elicaone, pronto ad accoglierlo in caso di bisogno,  in un luogo non meglio identificato sulle sponde del Grande Verde (così i greci chiamavano il mare)  chiamato semplicemente i Sette Colli.....

domenica 29 giugno 2008

ANTICA SAGGEZZA


Chi sacrifica la libertà


per la sicurezza


non merita


ne' la libertà, ne' la sicurezza



(B. Franklin)

domenica 17 febbraio 2008

MISSIONE DI PACE

Ora, io dirò una cosa piuttosto impopolare, mi sa.


Da alcuni giorni tutti i media ci raccontano la storia e ci mostrano le testimonianze che riguardano il soldato italiano che ha recentememte perso la vita durante una missione di pace. Un uomo che aveva dedicato, a quanto pare, la vita a questo mestiere e che era già sopravvissuto una volta, alla strage di Nassirya.


Ho il massimo rispetto per la vita stroncata di quest'uomo e anche per il suo valore e per il suo coraggio, e il suo sacrificio, naturalmnte.


Però penso che quando si ha una famiglia, le missioni di pace debbano passare in secondo piano. Quando si sceglie di sposarsi e di mettere al mondo dei figli, dei figli che aspetteranno sempre il ritorno del proprio padre (qualunque sia la loro età), allora le priorità debbano cambiare.


Non è che la vita del soldato e del marito/padre siano incompatibili, ma la prima linea dovrebbe lasciare il posto ad incarichi che non mettano a repentaglio la vita non solo di chi fisicamente rischia di lasciarcela ma anche di coloro che potrebbero trovarsi a fare i conti con una incompletezza e con un vuoto che difficilmente possono essere colmati. O altrimenti, qualora la vocazione (perchè di questo si tratta) sia insopprimibile, forse si dovrebbe considerare la possibilità di una vita solitaria.


Lo so, sembra una cosa orrenda da dirsi.


Però mi sono chiesta: se io avessi poniamo 10 anni e mio padre morisse in Iraq, come potrei fare a spiegare a me stessa che lui è morto per aiutare bambini sconosciuti mentre non ha avuto il tempo o la voglia di stare a casa ad aiutare me?

lunedì 25 settembre 2006

REPORT SPECIAL

Ho seguito la puntata di ieri sera di Report Special, su RaiTre.
Di solito non lo faccio perchè mi incazzo troppo, tuttavia l'argomento era l'attentato al WTC del 11 settembre, pertanto mi è parso doveroso ascoltare. E' vero, si tratta di un programma di "giornalismo investigativo" che va a sfruculiare nel torbido a volte persino più del dovuto, ma ragazzi... ieri sera mi si sono rizzati i capelli sulla testa.

L'ipotesi velatamente (ma mica tanto) presentata è che il governo degli stati uniti fosse come minimo tacitamente assertivo - se non attivamente coinvolto - negli attacchi aerei. Sulla base di alcune risultanze che qui vi espongo con necessaria brevità.

1. La versione ufficiale è che le torri gemelle siano crollate sotto il peso degli aerei improvvisamente piombati loro addosso e degli incendi in seguito sviluppati. ma dall'analisi dei crolli fatte tramite le innumerevoli sequenze filmate disponibili sembra che le torri siano state minate, e siano crollate alla maniera in cui cadono i palazzi che vengono volontariamente abbattuti. Lo stesso dicasi per l'edificio no. 7 tel WTC, crollato anch'esso al medesimo modo, senza che alcun aereo vi si abbattesse sopra.

Se il WTC è stato davvero minato, si apre la questione di chi lo abbia fatto, e quando. E in quanto tempo. E se i controlli di sicurezza non abbiano funzionato (gravissimo) oppure se proprio non ci siano intenzionalmente stati (ancor più grave)

2. esistono procedure che prevedono, in caso di un aereo che esca dalla sua rotta senza rispondere ai richiami della torre di controllo, che tale aereo venga intercettato da caccia militari allertati dal controllo aereo. Questo ha funzionato, ad esempio, nel 1999 nel caso di un piccolo velivolo schiantatosi lontano dalla sua rotta - un caso famoso perchè vi ha trovato la morte un famoso golfista. in qualcosa come 21 minuti dall'uscita di rotta, 2 F16 si sono affiancate all'aereo che sarebbe poi precipitato. L'11 settembre invece, pare che TUTTI gli apparecchi militari eccezion fatta per 8 - dico 8 di numero in tutti gli stati uniti - aerei fossero impegnati in esercitazioni e simulazioni anche fuori dal territorio americano; inoltre le comunicazioni erano rese difficili dal fatto che non si capiva - a quanto dicono gli interessati - se le informazioni che passavano fossero relative alle esercitazioni oppure fossero reali. Insomma il caos totale, e gli aerei non sono stati intercettati per tempo.

3. A quanto pare non ci sono resti, residui ne fotografie o filmati relativi all'aereo caduto sul pentagono. Volatilizzato. Il foro d'entrata dell'aereo nell'edificio a quanto pare ha un diametro di circa la metà di quello dell'aereo che l'avrebbe colpito.

4. nel 2000 (o nel 1999 non ricordo) sembra ci fosse un'intenzione della presidenza circa un'operazione bellica in Iraq, a scopi forse economici (vi ricordo gli ineteressi petroliferi della famiglia Bush), ma un sondaggio condotto tra gli americani (sarebbe meglio dire tra gli elettori) mostrò che oltre la metà della gente intervistata era contraria all'impiego delle armi nuovamente nel golfo persico. Pare esista un rapporto alla casa bianca che dice che per portare la gente a cambiare idea sarebbe stato necessario "un evento catalizzatore tipo Pearl Harbour". un anno dopo, ecco l'evento.

5. a seguito del crollo del WTC sono stati liberati nell'atmosfera newyorkese tonnellate di residui e pulviscoli, alcuni anche tossici (diossine, metalli pesanti di vario genere tra cui piombo, amianto ecc...). Due giorni dopo, dicesi due giorni dopo l'evento, la commissione per l'ambiente da il via libera a tutti di rientrare nelle proprie case, testimoniando che l'aria è OK. La verità sembra invece che ci fossero concentrazioni di sostanze tossiche tra le 600 e le 1300 volte superiori al consentito, ma che questo sia stato non solo taciuto, ma nascosto al fine di riaprire Wall Street. Oggi, oltre metà delle persone abitanti nell'aerea e dei volontari/pompieri/chivoletevoi che hanno lavorato a Ground Zero soffrono di malattie respiratorie.

Ora io francamente non so se tutto questo sia vero. Non ne ho idea.
Quello che penso è che se anche solo la metà di questo corrisponde a verità, allora forse nel caso del terrorismo di matrice islamica non ci sono i buoni e i cattivi, ma i cattivi e quelli ancora più cattivi, e che francamente da qualunque parte dell'oceano stiano, siamo ben ben mella merda tutti quanti.

parere personale.

A.