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mercoledì 29 giugno 2011

FANCULO ANCHE A TE!

Che cazzo di mattinata.
Il mio capo mi chiama appena entrato in ufficio.
Umore nero che più nero non si può... azzardo una battuta - come faccio di solito con lui - e mi fredda immediatamente.

- Senti, guarda che non è mattina.

Non mi faccio scoraggiare

- No? Bè nemmeno per me.
- Ma per me è più grave, perchè io sono il capo, tu sei al lavoro quindi silenzio.
- Bene, quand'è così tornerò quando saremo entrambi di umore migliore.

Mi alzo in tutti i miei splendidi 15 cm di zeppe ed esco dal suo ufficio con sussiego.

Attendo la lettera di licenziamento a minuti.
Che si fotta.






lunedì 31 gennaio 2011

NOVITA' IN VISTA.....



Oh, beh.

Mica vorremo annoiarci, no??
Non sia mai.

A metà febbraio rientra la legittima titolare del lavoro che sto facendo adesso. Torna dalla maternità. Ho sondato il mio capo un paio di giorni fa, e ovviamente... ha le idee chiare al 70% su cosa farmi fare al suo rientro....

"Spero che basti" mi ha detto.
Certo che basta.
Io lavorerò il 70% di 6 ore, spero che basti........

Insomma, a quanto pare, dopo appena un annetto, sono di nuovo di trasloco.

Cosa ci porterà il futuro... si vedrà... sperabilmente entro questa settimana, perchè la prossima sono in ferie e il 14/2, quando rientro dalle vacanze, rientra anche la collega dalla maternità..... 

E se il capo mi costringe al solito imbarazzante balletto che succede ogni santa volta che qui dentro c'è un cambiamento... di io e lei che ci guardiamo, e dove ti siedi tu, e dove mi siedo io, ma tu cosa fai, ma a te cosa ha detto............... gli brucio la casa.

L'ho già minacciato 
 




giovedì 21 ottobre 2010

IL CADAVERE CHE PASSA.

Beh... dice che ad aver voglia di sedere sull'argine ed attendere, prima o poi tutti i cadaveri ti passano davanti portati dalla corrente.


Pare che sia vero.


La persona di questo post ha avuto un clamoroso, eclatante, roboante benservito.


E' stato sollevato dal suo incarico, è stato passato a mansioni ben più ridotte, ed al suo posto al momento siede una ragazzina (parliamone....) i cui meriti - si dice - non siano esclusivamente professionali. Ma io non faccio gossip


Non solo: ma è sotto il costante occhio vigile del capo, che lo tormenta, lo chiama, lo rimprovera continuamente, lo tiene sottocontrollo come un novellino (40 anni, qui da almeno 5), insomma non gli lascia un secondo di tregua.


E lui?


Povero Cristo. Ha l'aria di un cane bastonato. Uno straccio stropicciato. Chiappe strette e sudori freddi ormai sono all'ordine del giorno. Ogni chiamata, un incubo che si avvera.


La cosa singolare è che ha preso me come confidente.


Non che non si renda conto della stranezza della cosa. Anzi. Proprio stamattina mi diceva "Certo che io, venire a piangere sulla tua spalla......" E ciò nonostante si rende conto che sono probabilmente l'unica persona qui dentro che non lo detesta (più).


Perchè in fondo è così.


Da quando sono tornata a lavorare fisicamente nel mio vecchio ufficio - con lui e tutto il gruppo degli Agenti - (da quando ho chiesto part time faccio selezione e formazione del personale, non so se ne avevo già parlato) mi sono resa conto di quanto sotto pressione sia stato tenuto negli ultimi mesi. Mi sono resa conto di quanta antipatia abbia riscosso nei suoi vecchi "sottoposti" (vabbè tutti odiano il capo...) , di quanto inadeguato fosse diventato, con l'andare del nostro lavoro sempre più veloce. L'ho visto preoccuparsi, arrancare, non capire. L'ho guardato mentre non riusciva a rispondere alle aspettative, l'ho visto rendersene conto, ho notato i suoi errori (che erano stati i miei, parliamoci chiaro, a suo tempo) e ho capito che non riusciva a venirne a capo.


Così... è uscita quell'indole che il GG definisce "totale mancanza di carogna" (e non sono sicura che lo dica come un complimento....). Ho cominciato ad aiutarlo. Di più, ho cominciato ad aiutarlo sinceramente. Ho veramente desiderato dargli una mano a superare gli ostacoli, gli ho dato consigli onesti e fatto presente le cose che non andavano prima che glie le facesse presenti qualcun altro.


Davanti alla sua disfatta, non ho goduto.


Purtroppo non è bastato.


Ora sono la sua migliore amica e confidente, mi chiede consiglio quasi prima di sedersi alla scrivania la mattina, e come se non bastasse... dalla sera della Festa d'Estate della Società (in cui indossavo un meraviglioso e provocante vestito rosso simile a quello qui sotto che ha riscosso moltissimo successo), mi fa pure gli occhi di triglia.


Andiamo bene.


martedì 2 febbraio 2010

CHIAMATEMI PROF.

Ciao a tutti... se ancora qualcuno mi legge dopo queste prolungate assenze :D


La novità + rilevante di questi giorni è che ebbene si, da oggi potete pure chiamarmi Prof e darmi del Vossia.


Ho accettato, con gioia e gratitudine, una collaborazione con l'azienda che organizza i corsi del sistema operativo che usiamo in agenzia. Ho sempre sognato di insegnare... il mio pallino era fare la prof di inglese, ma insomma....


Ed ora eccomi qui, tutti i martedì da oggi fino a metà aprile, entrerò con passo marziale (ahah) e piglio severo (ahahahah) in una classe di quinta superiore cercando di inculcare qualche basilare nozione in quelle testoline infarcite di facebook e patatine fritte.


La prima giornata è stata stupenda.


No, oddio, non è vero. C'è stato qualche problemino.... dei pc in aula computer ne funzionavano la metà... c'era una ragazza col mal di denti... due studenti hanno litigato e uno ha lanciato un gessetto attraverso la classe verso l'altro, mancandolo per un soffio... ogni mezz'ora quei candidi cervellini invocavano 5 minuti di pausa come se li stessi martoriando... però io mi sono divertita moltissimo.


Mi sono sentita nel mio, come dire... passeggiavo con aria rilassata in mezzo alla classe, dispensando consigli e saggezza, giocherellando con un gessetto... ho scritto alla lavagna... ho interrogato, che Dio mi perdoni... ho persino giustificato delle assenze e firmato il registro!!!


Insomma, ora mi sento come se avessi tradito la mia vera vocazione :)


Devo solo capire come gestire i problemi disciplinari... e come far passare a quegli adorabili angioletti che quello che sto insegnando  loro è bello, vivaddio, e divertente, e creativo..... e soprattutto utile.


Mi armo di buona volontà e per la prossima settimana spero di avere qualche buona idea. Per il momento, sto preparando qualche esercizio da far fare in classe all'inizio della prossima lezione... e mi balocco con l'idea di farne una gara: chi finisce prima, vince un cioccolatino.


Tutto, pur di tenerli svegli....

giovedì 29 ottobre 2009

MI CORRE PROPRIO L'OBBLIGO.....

Lo so, lo so.
Avevo detto che non lo avrei più fatto.
Non ho intenzione di rimangiarmi la parola data, ma.... insomma, una valvola di sfogo mi ci vuole!!

Orbene, lunedì comincio il part time, 9-15
Mantengo il mio lavoro, ma non la responsabilità del reparto.
Da una parte, meglio, meno cazzi che non c'ho più voglia.
D'altra parte, non essendo più una responsabile, va da se che ci vuole qualcuno che di venti "il mio" responsabile. E la scelta, e non poteva essere che quella, è caduta sulla persona probabilmente più inadatta.

E' la persona di cui parlavo in
questo post.

In sintesi, giusto per rimembrarvi, io ero il suo capo, lui mi odiava e ha cercato in tutti i modi di farmi le scarpe, fino a quando gli ho offerto io l'occasione su un piatto d'argento facendo Lorenzo. Al mio rientro ha mal digerito l'autonomia che mi era stata concessa con il mio nuovo incarico e ora, che finalmente può mettere le grinfie su di me (lavorativamente parlando, si intende!), direi che gongola. Parecchio. Già inizia ad allargarsi, già si impiccia, già s'intrufola. Prima ancora che la cosa diventasse ufficiale ha iniziato a fare strani discorsi sul fatto che "deve cominciare a vedermi con occhi nuovi" (??? ma sei scemo???) e altre cagate similari.

Poi, non posso spiegarvi come ma fidatevi, è stata confermata oltre ogni ragionevole dubbio la spropositata quantità di danaro che mensilmente questa azienda fa affluire alle casse del beneamato futuro capo, in termini di incentivi e bonus. C'è da giurare che avrà chiesto un aumento, dovendosi "occupare" anche di un "nuovo reparto" ora (il nuovo reparto sare io...).

Quest'uomo è lo stesso che il grande capo (il country manager, per intenderci) solo la scorsa settimana ha definito tranquillamente "un coglione" parlando con me (con me!) nel momento stesso in cui mi diceva  mi stava mettendo sotto la sua responsabilità.

Un uomo che ha la lingua più lunga di Emilio Fede (anche questo espressamente indicato dal country manager himself... che poi è quello col culo umido) ed il cervello elastico quanto un tocco di piombo.

Ora, io non mi rimangio quanto ho detto fino a qui, durante le settimane di riflessione che hanno portato alla conferma del mio part time. Basta guerra. Però, ragazzi, non sono una santa. Mi auguro che abbia il buon gusto di starmi fuori dai piedi.

Chissà perchè, ne dubito.

Non resisterà a mostrare il suo "potere", a far vedere che lui "ha vinto". E li, penso che con ogni probabilità, IO mi divertirò moltissimo.






sabato 17 ottobre 2009

NIDO E ALTRI DELIRI

Beh, ciao :)


Lunga latitanza dovuta ai deliri da inserimento al nido; 15 giorni di corse indemoniate per "star dietro" a tutto, casa, asilo, lavoro, scuola..... sono un po' provata, ma vedo la luce in fondo al tunnel...


I bambini, si sa, non fanno mai quello che ci aspettiamo. Uno come il Lo, autonomo pazzo da legare scatenato fuori di zucca avrei pensato che il nido se lo sarebbe mangiato in un boccone. E così è anche stato, in effetti, i primi giorni. Lunedì ha familiarizzato con l'ambiente, martedì ha preso confidenza e in capo a giovedì della scorsa settimana aveva già menato tutti, nessuno escluso. Mangiava come un lupo e faceva pipì in quei simpatici mini waterini, dunque ero tranquilla come un pascià.


Poi però ha capito la cosa fondamentale: che il nido è una sistemazione permanente. Un po' come una clinica per lungodegenti, diciamo. E lì è stata più ardua. Ha cominciato a risentirne... piangendo all'arrivo, facendo un po' la cozzerella, poi rifiutando di mangiare (il Lo digiuno??? Mai nella vita!)... i soliti capriccetti dei bambini poveri-e-abbandonati. Credo che i giorni peggiori siano stati martedì e mercoledì. Dopo, la china ha cominciato pian piano a essere risalita e sono fiduciosa che in capo ad un'altra settimana potremo metterci su la nostra bella bandierina che significa "conquistata". Piange un po' meno, mangia volentieri, persino dorme.... I cross my fingers.


Purtroppo qualche piccola ripercussione anche a casa. Dorme un po' meno volentieri (ovvero: lo devo cacciare a nanna con le minacce...) e mi si ammignatta come un parassita tutto il tempo che passiamo insieme... ma devo dire che alla seconda ci si abitua...ohhhhhh se ci si abitua :)


In compenso, venerdì abbiamo saputo che nella sua classe c'è la scarlattina... e in quella di Rico i pidocchi... insomma, mala tempora currunt, abbiamo davanti delle dure settimane mi sa!!


Speriamo solo che il casino incominci dopo il primo novembre... perchè per allora AVRO' IL PART TIME!!!!


Sembra, dico sembra, che la cosa sia ufficiale... devo definire gli ultimi dettagli lunedì col capo ma ormai pare fatta. Non ditelo troppo in giro ma insomma......


L'altra grandiosa notizia è che nonostante le fatiche dell'inserimento,  il piccolo Lorenzino ha imparato una nuova fantastica parola: ora dice uffa.


Andiamo bene.


 

giovedì 1 ottobre 2009

AUTUNNO DI CAMBIAMENTI.

Ma io sono davvero cambiata!


Me ne rendo conto ogni giorno,anche solo parlando con le colleghe. C'e n'è una in particolare cui voglio molto bene ma che sta sempre a lamentarsi della scortesia o delle battutacce o della cattiveria di certe risposte che riceve da altre colleghe (alcune delle quali, bisogna dire, sono stronze la parte loro).


Io mi trovo a risponderle frasi sagge e filosofiche come "ma dai che ti importa, lascia perdere, quella che vive peggio è lei, non badarci, non te la prendere" e tutta questa serie di luoghi comuni che, di fatto, direi comunque... ma 'stavolta mi rendo conto che ci credo davvero.


Non mi arrabbio, non mi inalbero, non mi innervosisco. Una risposta mal data, una cattiveria gratuita, non hanno peso nella mia vita, non la cambiano di una virgola, per cui.. panta rei. Relaziono alla perfezione con queste colleghe stronze, butto là una battutina ogni tanto, e stronco le loro con l'ironia.. ma senza peso, senza incazzarmi come avrei fatto una volta. Una specie di "non ti curar di lor, ma guarda e passa". E se mi parlano alle spalle, amen. Vivo uguale.


Sto in questa specie di nirvana emotivo, e ci sto da dio. Stesso discorso per il lavoro. Ho chiesto il part time (si, l'ho chiesto, e sono cautamente ottimista...), e so che questo significa togliere alla mia vita professionale il peso che ha avuto finora... ma chissà com'è mi sento libera e leggera come una goccia d'acqua.


E così mi è venuto in mente il maestro Sun. O meglio, una sua moderna discepola, Chin-Ning Chu che ha scritto un libro intitolato "L'arte della guerra per donne" la cui lettura consiglio caldamente a tutte e che tratta di come applicare i principi del Maestro Sun nell'ambito lavorativo, per ottenere i riconoscimenti, le promozioni e più in generale quanto una donna sente di meritare ma che per varie ragioni non riesce ad avere dal punto di vista professionale. Ho applicato quei principi e mi hanno dato buoni frutti.


Ma Ching-Ning Chu ad un certo punto dice che avere successo non significa necessariamente diventare General Manager di qualcosa. Che ad un certo punto si può anche rendersi conto di NON volere seguire quella strada, di preferire perseguire altri obiettivi. Una donna di successo dunque non è quella che comanda, ma quella che segue il suo proprio tao, ossia la sua "retta via", ovunque porti.


Io dico: no, grazie. Preferisco dedicarmi ad altro. Preferisco vivere la mia vita diversamente. Preferisco alimentare un lupo e non l'altro. HO DECISO di smettere di vivere sempre in guerra con qualcuno o contro qualcosa, in ogni ambito. Ho smesso di sentire il bisogno di dimostrare di essere all'altezza. Il potere di smettere è mio, oggi. Lo dico, e  finalmente lo credo anche.


Dunque, sono vincente.

martedì 15 settembre 2009

... E RIECCOLA QUI.

Beh, che dire,


non c'è niente di meglio che un po' di pioggia e freddo per non rimpiangere le ferie....


Benritrovati a tutti cari amici di splinder, rieccomi a spaccarvi variamente i maroni et similaria con i miei inutili quanto risibili post :D


Le tre settimane di ferie sono trascorse in un lampo. Vero è che siamo tornati dalle vacanze pidocchiosi ed abbiamo dunque avuto qualche momento di gloria, vero è pure che il numero di lividi sulla fronte e sulle gambe del Ninnolino (fa un bel 89 cm x 13.5 kg, ndr) ormai non si contano più e vero è pure che la prima parola al suono della sveglia del Ric ieri è stata "maledettascuolamaledetta" tutto attaccato, però un lato positivo c'è. Se è vero che il sonno porta consiglio (e vi giuro che ho dormito ALLA GRANDE in queste ferie), a me ha portato la decisione definitiva per il part time.


Lo so, argomento trito e ritrito, ma devo veramente registrare un giro di boa. Mai, e dico MAI in tutta la mia vita mi era capitato di essere così completamente definitivametne disperatamente disinteressata al mio lavoro. Ci rifletto, e le verità sono essenzialmente due.


1. In questa società, non farò mai "carriera". E' organizzata per girare attorno (e anche un po' sopra e sotto) al mio adorato capo, e il punto è che abbiamo idee e punti di vista troppo diversi, siamo proprio due pianeti completamente opposti. Non c'è speranza, niente, non potremo mai vederla allo stesso modo. Stando così le cose, dubito che mi proporrà una promozione o un aumento di stipendio....


2. Che sia giusto o meno, non ho più voglia di gavetta. Ne ho fatta un sacco, ho quasi 38 anni e l'idea di ricominciare tutto daccapo in un'altra azienda (fermo restando che non è proprio un periodo d'oro per le assunzioni...)  non mi sorride proprio. Qui, almeno, conosco le dinamiche. E le dinamiche, si sa, se le conosci le eviti...


Ne deriva il famoso adagio "ma allora che ti sbatti a fare".


Sono giunta all'intimo convincimento che questa azienda è il posto ideale dove arrivare-fare-andare, punto e stop. Se per sbaglio te la prendi un po' a cuore, è un disastro. L'ho fatto per anni ed anni, ma ora ho intenzione di dedicare le mie energie ad altro.


Dunque al momento mi barcameno tra idilliache visioni di me stessa che preparo torte al cioccolato in una cucina linda, alle cinque del pomeriggio, mentre uno dei figli fa i compiti con impegno e l'altro beve un succo davanti ai cartoni animati. Paradisiache immagini di letti fatti e cene pronte si parano davanti ai miei occhi increduli, straordinari quadri di giocattoli in ordine ed armadi chiusi, di piante annaffiate con continuità e superfici spolverate  popolano il mio sonno e la mia veglia.


Per non parlare delle serate fuori col marito (che quando i nonni saranno liberi da obblighi, qualche sera me li terranno pure, no, sti pargoli!)


Che, voglio dire, eccezion fatta per l'impegno nei compiti (!!), non è che poi siano 'sti risultati irraggiungibili.


Si tratta di qualità della vita. Incrociando tutto l'incrociabile, sono a mezza via, se mi dice bene. Mi sembra ora di dare importanza alle cose che contano e sfrondare i rami secchi.


Dopotutto, è autunno.


Questo dunque, il piano: vado dal capo, gli dico che voglio le 6 ore, lo ascolto educatamente, lo ringrazio, ed esco dal suo ufficio trionfatrice. Quando questa cosa debba avvenire non è ancora perfettamente chiaro, ma di sicuro non posso aspettare troppo.


Mi marcisce il fegato.


Ogni dito incrociato è il benvenuto.

lunedì 10 agosto 2009

ODIO ODIO ODIOOOOOOO

Già detesto dover sostituire un collega che ha fatto la "furbata" per andare in ferie prima di ferragosto, quando ci sono regole precise da noi che questo non è consentito...


Già è un lavoro di merda, che non sopporto e che mi annoia a morte..


Già  devo lasciare il MIO di lavoro, per fare il suo, mentre qualcun altro sostituisce me (il che è una bella minkiata, diciamocelo) che faccio il lavoro altrui... mentre "altrui" dovrebbe essere qui...


Ma se poi scopro che il collega in questione non ha avuto nemmeno la cortesia di portarsi in pari e mi ha lasciato dell'arretrato... eh, no, eh???? divento una iena!


 


martedì 7 aprile 2009

Ragazzi,


se è duro il rientro.... durissimo.


Sono in uno stato di perenne torpore in ufficio, non carburo, non connetto.  Non credo che la mia carriera se ne avvantaggerà... ma quello che è strano è che non me ne frega un accidente :-)


La vacanza è stata bellissima. Il posto è davvero incantevole.


Oh, a dire il vero, fuori dal villaggio è una specie di pietraia arida... atterri in questo aeroportino in mezzo al nulla e ti par di sbarcare su Marte...


Però, la spiaggia, bianca con minuscoli granellini neri (vulcanici), fatta di dune alte per via del vento, come il Sahara (da cui il grosso della sabbia proviene, peraltro, portata dagli Alisei attraverso l'oceano)....


...il mare, sempre mosso, agitato, blu intenso, al largo e chiaro, cristallino, trasparente vicino alla riva...di una bellezza straordinaria. La potenza della natura all'opera davanti alle finestre...


E finalmente la possibilità di spazzare un po' la mente dai problemi quotidiani, di stare tranquilli, vendendo il tuo figlio piccolo ingurgitare chili di sabbia e quello grande tuffarsi nelle onde con gusto selvaggio... idilliaco.... (specie la parte della sabbia ingurgitata, ehm).


Se le mie capacità informatiche me lo permettono, ora vi faccio un breve escursus fotografico dei momenti salienti... in un prossimo post.


baaaci


 

venerdì 30 gennaio 2009

L'ARTE DELLA GUERRA

In Guerra, il Generale riceve il comando dal Sovrano.


Dopo aver radunato un'armata e concentrato le sue forze, egli deve miscelare e armonizzare i differenti elementi prima di intraprendere le operazioni.


(Sun Tsu, L'arte della Guerra, capitolo VII)



E' possibile che il Sovrano darà il (piccolo) comando al Generale oggi (ma anche no). L'armata sarà composta - se dice bene - da 4 elementi appena, incluso il Generale. Ma avrà un enorme vantaggio.


Sarà una armata di donne, comandata da una donna.


Niente galletti litigiosi, qui. Noi facciamo le cose in un altro modo.


Quanto ad armonizzare e miscelare, il Generale ha qualche idea in mente. Ciò potrebbe coinvolgere un  nemico comune: nulla di meglio per creare uno spirito di gruppo ed un comune sentire.


Colei che avrà l'appoggio della truppa, vincerà.



Purtroppo si staglia un nuovo possibile nemico all'orizzonte. Un nemico pericoloso. Un nemico donna. Un nemico contro il quale l'arte della dissimulaizone farà la differenza.


 

lunedì 26 gennaio 2009

IL TAO DELLA VITTORIA


Colei che sa quando combattere e quando astenersi, vincerà;


Colei che sa quando utilizzare tanti soldati o pochi, vincerà;


Colei che gode del pieno sostegno delle truppe, vincerà;


Colei che è pronta a cogliere le opportunità favorevoli, vincerà;


Colei che riesce a liberarsi delle interferenze dei superiori, vincerà.




Questo è il Tao - la via retta che conduce alla vittoria, indipendentemente dal tipo di battaglia.




Facile, no??



:-/

martedì 9 dicembre 2008


Basta, io sono stufa, dico sul serio


Non ne posso più.


Devo continuamente combattere, di continuo, ovunque e con chiunque. Tutto è una guerra, dovunque mi giri c'è da battagliare.  Combatto in ufficio (ed è inutile!), combatto coi miei figli per la verdura, per l'educazione, per farli stare composti, per non fargli rompere tutto quello che trovano, per i compiti, per lavarsi, per cambiare il pannolino... combatto con le maestre di scuola che mi sembrano rincoglioninte perse, combatto finanche con mio marito, se non sto attenta a cercare di non inacidirmi troppo.... e mica sempre ci riesco, e così via, una scaramuccia dietro l'altra, logorante.


Guerra guerra guerra, sempre, sempre lìsul chi vive, senza mai potersi rilassare un momento.


Devi stare attenta a come parli, a quel che fai, a chi dici cosa... e a come lo dici.


Per ogni minima cosa, anche la più stupida, c'è da mettersi in pista... senza mai un momento di tregua.


BASTA!


Io non sono così, non sono così!! Capito?? io non sono cosìììììììììììììììììììììììììììììììì!


Lo so, la mia amica B., se legge, starà inorridendo a queste mie parole :-).Ma è la verità, lo è!


Non ne posso più di lottare. Ho bisogno di pace.


Sembra che nessuno se ne renda conto, sembra come se la gente abbia una percezione di me diversa da quella che io ho di me stessa... e che, mi permetto di dire, è quella giusta, essendo mia.


Io sono quella forte, quella disponibile, quella ragionevole, quella che tiene in mano le cose, quella che sa, che c'è, che vede, che provvede, che si prodiga (o per lo meno ci prova), che educa, che pensa per gli altri, che si impegna, che tiene tutto sott'occhio, che sa quel che vuole e quel che c'è da fare in ogni circostanza.


In realtà, la maggior parte del tempo ultimamente, mi sentirei soltanto di rannicchiarmi in posizione fetale in un angolo e aspettare che la bufera passi.


Ma posso farlo? posso farmi vedere in questo stato? a casa? in ufficio? Posso mettermi a piangere davanti ai miei figli, per spaventarli a morte? o davanti al mio capo? o davanti a mio marito, e finire col farlo sentire in colpa?


Mi sento debole e in balia degli eventi.


 


 

venerdì 5 dicembre 2008

PARTITA A SCACCHI


Ancora una partita a scacchi, ancora una prova di stragegia... maestro Sun, ti prego, aiutami.


Ieri l'altro il capo mi convoca. Brillante e di buon umore, è persino una persona piacevole quando riesci a prenderlo coi coglioni NON girati. Chiacchiere generiche sui figli, facezie, battute per qualche minuto. Qualche volta sembra persino che ti consideri un essere umano e non una pedina sacrificabile. Sprazzi momentanei.


Poi, mi dice che il motivo per il quale desiderava vedermi, è che il lavoro che sto svolgendo al momento va a morire e col primo gennaio sarà definitivamente defunto. Non casco esattamente giù dalla sedia, la cosa era francamente prevista da tempo.


Quindi, mi dice, questo è un colloquio esplorativo per capire quale ruolo potresti ricoprire da gennaio in avanti. Bene, esploriamo..................


La faccio breve, lui ha due proposte in mente.


Opzione A: un lavoro completamente operativo, non difficile, un po' noiosino e che di base non mi piace, ma che avrebbe il pregio di essere autonomo, ed inoltre  tranquillo e poco stressante. Una cosa del tipo arrivi-lavori-vai senza grossi scossoni.


Opzione B: prendere il posto di una persona che attualmente dirige un reparto, un gruppetto di 4 persone. Questo come idea di base mi piace di più, ma... ci sono dei ma. Il primo "ma" è che la persona che viene tolta da li mi farebbe sicuramente una guerra spietata (sarebbe la seconda volta che le soffio il lavoro....), e così probabilmente farebbero le persone del gruppo,che sono sue amiche e lavorano con lei da anni. Inoltre, da come il capo me l'ha presentata , li in quella posizione lui vuole un mastino, un cane, un poliziotto, insomma una persona "cattiva" (parole sue) cosa che io - sic! - non sono particolarmente. Anche senza dover sopportare la guerra, l'idea di fare la stronza con colleghe che hanno la mia stessa anzianità in azienda e con le quali ho rapporti amichevoli da 6-7 anni non mi attira particolarmente. Ciò nonostante, come ti po di lavoro, mi piace di più di quell'altro.


Io, di mia sponte, gli ho proposto una opzione C, che consisterebbe nel mettere all'opzione B la persona, il tizio, insomma quello stronzo li che mi ha sostituito durante la maternità (che è un totale incompetente, ma che come sa essere stronzo mastino lui non lo sa nessuno) e ridare a me, finalmente, il mio vecchio lavoro, che è la cosa che preferirei.


Il capo non era molto convinto, perchè benchè conosca - e apprezzi - la stronzeria del tizio in questione e la consideri quantomai adatta al ruolo, non ha però potuto fare a meno di confessarmi che è una persona completamente anelastica e che per adattarsi ogni  minima novità gli occorrono mesi.. figurarsi un cambio totale di reparto (questo, scusatemi, non significa ammettere implicitamente che è un idiota totale?). Però ha promesso (!?!?) che ci penserà su.


Ora, le mie questioni sono le seguenti:


Cosa scegliere tra A e B


e, più importante:


Come faccio a far avverare l'opzione C?


 

mercoledì 19 novembre 2008

FANCULOOOOOOOOO


MA QUANTO MI FANNO INCAZZARE 'STI STRONZI CHE TI CHIAMANO PER DIRTI "MI HAI COMBINATO UN CASINO SU QUESTA PRATICA" E POI SI SCOPRE CHE IL CASINO L'HANNO FATTO LORO!!! E PIU' HANNO FATTO CASINO, PIU' SONO ARROGANTI.


E PIU' SONO ARROGANTI, PIU' LI SPIACCICHEREI AL MURO!

lunedì 22 settembre 2008

SFRATTATA!

Ecco fatto, il giorno è giunto.


Bella li.


Stamattina ho abbandonato (con immotivato quanto impensabile dispiacere) la mia vecchia scrivania nel mio vecchio ufficio brutto, sporco, rumoroso e disordinato per trasferirmi solo un paio di corridoi più in la, in un ufficetto poco affollato, silenzioso, luminoso e con pure una pianta (oltre al cavolo che ho sulla mia scrivania!!)


Beh, di che ti lamenti, direte voi?


Non so nemmeno io. E' come un nuovo inizio, cosa della quale non posso che essere soddisfatta; mi consente inoltre di non avere più a che fare con le infinite-teste-di-cazzo che nell'altro ufficio prosperano, godono, spadroneggiano e spargono il proprio odore in ogni angolo. Però sotto sotto sono dispiaciuta, perchè ci sono stata 7 anni, tra alti e bassi, tra incazzature e soddisfazioni (molte di quelle e poche di queste), malata, sana, felice, infelice... come si dice, nel bene e nel male.


Un po' di malinconia inevitabilmente mi resta appiccicata addosso, vai a capire perchè.


Naturalmente ora come ogni buon capitano di lungo corso, guardo avanti. Ho un nuovo lavoro, un gruppettino da gestire e da far crescere (sperabilmente), un budget, degli obiettivi... che detto così sembra pure una roba seria.


E invece non lo è, perchè stamattina quando sono arrivata le cose non erano pronte, il pc era ancora sfatto, le persone coinvolte non erano state avvisate, niente era chiaro ne definito.


Big Boss ha sfoderato il solito sorriso ebete (e qui solo chi lo conosce può comprendere) ha fatto finta di fare lo gnorri, ha parlato un quarto d'ora per non dire niente e tanto, alla fine, c'ha sempre ragione lui e non c'è niente da fare per fargli capire che sarebbe meglio se non proprio che si disintossicasse, quanto meno che cambiasse pusher.


Ma che devo dirvi? Così è la vita. E' autunno.

mercoledì 17 settembre 2008

CUORE VS INTELLETTO

Anni fa, diversi anni fa, con una amica discutevamo di cosa significasse "essere cresciuti" ed in particolare di quando, a che punto della vita e quali erano gli indicatori che senza ombra di dubbio dimostravano che lo eri. Avevamo l'età, all'epoca, per farci queste domande.


Lei sosteneva la tesi che uno può dirsi cresciuto quando comincia a comprendere le posizioni della propria madre. Tesi interessante ma incompleta, uno può non essere mai daccordo coi proprii genitori per inclinazioni o carattere ed essere ugualmente una persona matura, dicevo io. Discutevamo discutevamo ma non ne arrivavamo a capo.


Così, mi riservai la risposta fino al momento in cui essa mi sarebbe saltata in braccio facendomi cucu con la propria ovvietà. E quel momento è giunto.


E' stato in ufficio. Un collega, giovane capace e irruento, discuteva di "pratica commerciale" con ... beh, diciamo semplicemetne con un altro collega. Il giovane sosteneva le sue tesi con passione, parlando di ciò che "è giusto e non è giusto" da un punto di vista squisitamente etico. L'altro, (mio coetaneo peraltro) ribatteva pacatamente ragionando su ciò che è più "commercialmente sensato".


Cuore contro cervello, passione contro convenienza. Giustizia contro economia.


E io, con infinito e genuino stupore, mi sono trovata a guardare con occhi ammirati il mio giovane collega e a pensare "sembro io, 10 ann fa".


Perchè condividevo pienamente le sue tesi, le sposavo in toto, erano le mie tesi, le mie idee, il mio concetto di giusto o sbagliato... ma comprendevo anche il punto di vista meno genuino ma più "economically correct" di quell'altro.


Beh, mi sarei messa a piangere.


Devo dunque rassegnarmi alla mia età anagrafica? Devo rassegnarmi ad entrare nei negozi e a sentirmi chiamare "signora" senza girarmi a cercare mia madre? Devo rassegnarmi definitivamente al fatto che essere "maturi" significhi anche essere meno veri, meno giusti, meno corretti, in nome della convenienza, o del compromesso??


Mai! Mi sentite? MAI!


Rivendico il mio diritto alla passione e all'irruenza nonostante le 36 primavere abbondanti. Rivendico il diritto di non dare per scontato che "la via di mezzo è sempre la migliore". Rivendico la mia ragazzina interiore.


E così, con una operazione squisitamente adulta, sono addivenuta ad un compromesso. O per meglio dire, ad un accordo con me stessa. Concederò al mio intelletto di dimostrare tutti i suoi anni, sarò ragionevole e pacata, autorevole e calma, saggia e matura.


Ma il mio cuore, la mia anima e la mia pancia avranno sempre 20 anni.


E urleranno, urleranno e urleranno ogni volta che ce ne sarà bisogno.


A.

lunedì 1 settembre 2008

METTI UN MATTINO SULLA METRO

Certe cose uno vorrebbe non ricordarsele mai.


Dopo un anno e mezzo di pausa, stamattina alle 8.00 ho ripreso la mia brava metropolitana per andare al lavoro.


In agosto sono andata in ufficio in macchina, senza traffico e con l'aria condizionata arrivavo puntuale e fresca. Ma oggi è settembre.


Il carro bestiame passa alle 8:15 circa. Arrivo in banchina e per raggiungere la carrozza di testa devo farmi largo tra un migliaio di persone stipate e strizzate che leggono romanzi da 4 soldi o free press. Giungo alla postazione e attendo il treno. Quando si aprono le porte, la fiumana da dietro spinge e preme, e per miracolo afferro un sostegno e facendo una piroetta che sarebbe graziosa se fossi sul palco della Scala, guadagno una posizione più o meno stabile, e apro il mio libro.


Il mio viaggio è lunghetto, circa 20 minuti, passando per una delle stazioni più affollate della città, quindi mi dospongo a respingere gli attacchi. Leggo, ma ogni tanto una manata, una gomitata, una pedata mi colpiscono e io rischio di ficcare l'angolo della copertina rigida del romanzo nell'occhio destro della signora seduta davanti a me. Lei è seduta, fortunella, io continuo a traballare come affetta da ballo di san vito per un paio di fermate, poi la folla si fa insostenibile e non c'è più nemmeno spazio per ciondolare.


Il caldo è insopportabile... si gronda e alle 8:20 c'è già chi sa di ascelle non lavate da decenni. Qualcuno ha la bella pensata di aprire un finestrino ed ecco che il caldo continua a pervadermi instancabile, tranne per quella folata di aria gelida (stamani a Milano c'era il temporale) che, a seconda di come mi giro, può farmmi venire un bell'attacco di cervicale o un mal di gola da guinnes. Scelgo il mal di gola e proseguo nella lettura del libro, cercando di estraniarmi il più possibile.


Arrivati a Loreto, che NON è la mia fermata, una specie di muro umano mi sospinge giù dalla carrozza ssenza possibilità di resistenza. Scendo, e cerco di guadagnare una posizione vicina alle porte per risalire e proseguire il viaggio. Nel farlo, pesto i piedi a una signora, che si inkazza e bofonchia. Nel frattempo, qualche passeggero tenta la salita prima che tutti siano scesi, il che provoca un alterco a base di "oh prima si fa scendere e poi si sale" e di "si ma se non ti muovi, io non sto qui ad aspettare te" e altri simili fraseggi.


Intanto, il capostazione fa annunci all'altoparlante, cominciando con un gentile "si prega di non insistere nella salita, un altro treno è in attesa di entrare in stazione" per finire poco dopo con "ho detto di allontanarsi dalla riga gialla e di far chiudere le porte!!!""


Scendo due minuti dopo alla mia fermata con la sensazione, per il semplice fatto di respirare ancora normalmente, di essere una miracolata. E penso che questa sarà la situazione tutte le mattine della mia vita lavorativa.... e ho un improvviso desiderio di palme, chiosco di noci di cocco e gonnellino di paglia.