domenica 17 febbraio 2008

MISSIONE DI PACE

Ora, io dirò una cosa piuttosto impopolare, mi sa.


Da alcuni giorni tutti i media ci raccontano la storia e ci mostrano le testimonianze che riguardano il soldato italiano che ha recentememte perso la vita durante una missione di pace. Un uomo che aveva dedicato, a quanto pare, la vita a questo mestiere e che era già sopravvissuto una volta, alla strage di Nassirya.


Ho il massimo rispetto per la vita stroncata di quest'uomo e anche per il suo valore e per il suo coraggio, e il suo sacrificio, naturalmnte.


Però penso che quando si ha una famiglia, le missioni di pace debbano passare in secondo piano. Quando si sceglie di sposarsi e di mettere al mondo dei figli, dei figli che aspetteranno sempre il ritorno del proprio padre (qualunque sia la loro età), allora le priorità debbano cambiare.


Non è che la vita del soldato e del marito/padre siano incompatibili, ma la prima linea dovrebbe lasciare il posto ad incarichi che non mettano a repentaglio la vita non solo di chi fisicamente rischia di lasciarcela ma anche di coloro che potrebbero trovarsi a fare i conti con una incompletezza e con un vuoto che difficilmente possono essere colmati. O altrimenti, qualora la vocazione (perchè di questo si tratta) sia insopprimibile, forse si dovrebbe considerare la possibilità di una vita solitaria.


Lo so, sembra una cosa orrenda da dirsi.


Però mi sono chiesta: se io avessi poniamo 10 anni e mio padre morisse in Iraq, come potrei fare a spiegare a me stessa che lui è morto per aiutare bambini sconosciuti mentre non ha avuto il tempo o la voglia di stare a casa ad aiutare me?

4 commenti:

  1. E' vero pero'... per ritornare al tuo post precedente, fai lo stesso discorso ad una donna-soldato, e diventa un discorso sessista. ;-P
    Non so, in ogni modo non capisco troppo chi entra nell'esercito, se non chi lo fa per necessita'. Nelle forze dell'ordine sì, ma lì e' un'altra cosa, credo.

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  2. probabilmente hai ragione.
    io avrei voluto entrare nell'esercito, (aviazione) ma quando ero 18enne non si poteva ancora.
    probabilmente non mi sarei fatta una famiglia mia, per non lasciare eventuali vedovo e orfani.
    far parte dell'esercito è una missione, secondo me, un po' come farsi prete (non voglio essere blasfema, eh, è solo un paragone)
    che mal si concilia con la famiglia.
    d'altra parte.... avranno pur diritto anche i soldati di avere una famiglia, e di non dare per scontato che devono morire...
    non so, sono un po' confusa, sull'argomento.

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  3. ...e poi...chi l'ha detto che in questo modo si aiutino davvero i bambini afghani?

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