Immaginavo che il mio precedente post avrebbe suscitato qualche leggero commento.
Avevo pensato che sarei stata additata come "amica del giaguaro" e mi preparavo a rispondere a questo. Ma... in verità quei (pochi) fidati intimi che mi leggono sono parsi attratti da tutt'altro.
Vai a capire.
Il commento che ho ricevuto è stato "aaahhh ma allora vedi che sei religiosa, se sei intransigente come Bernardo Guy?"
Bene, passo a spiegare.
Essere religiosi NON significa riconoscersi nella chiesa cattolica. Lo so, probabilmente pecco di presunzione (o di ingenuità) a voler parlar tanto chiaro, ma che potete farmi, bruciarmi sul rogo? Al diavolo ;-)
Io credo che sia giusto e doveroso essere intransigenti in fatto di religione. La religione implica - per coloro che ci credono - un diretto e personale repporto con una divinità, non mi pare cosa da prendersi sotto gamba.
Ora io resto sempre un po' basita davanti a chi dice che la chiesa cattolica (ne parlo perchè siamo in italia e l'abbiamo continuamente sott'occhio) deve adeguarsi ai tempi se non vuole perdere credibilità, e deve aggiornare i suoi dogmi in materia di divorzio, aborto, contraccezione, omosessualità ecc.... Dico. Stiamo veramente dicendo che Dio deve adeguarsi ai cambiamenti sociali umani?
Io sono una fautrice del rigore religioso nel senso che se credi che Dio abbia parlato, beh, difficilmente sarà possibile fargli cambiare idea. Pertanto quelle direttive che per chi ci crede arrivano direttamente dalla sua voce non possono giustamente essre modificate. La chiesa cattolica è una istutuzione privata, potente, numerosa, e che ha tutti i diritti (e i doveri, se parliamo di ciò che Dio ha dettato) di mantenere un ferreo rigore AL SUO INTERNO.
E' una organizzazione che si da le proprie regole, chi desidera farne parte, le accetta.
Altro è il discorso quando si pretende che tali regole diventino legge dello stato, e pertanto che debbano valere per chi fa e per chi non fa parte di quella organizzazione. Questo non è accettabile, mai, in nessun caso. Come se io dovessi sottostare alla legge francese pur abitando in italia, per dire.
Ma chi sceglie una via ne accetta le regole, non ha senso dire "si, sono cattolica, vado a messa, ma non ho intenzione di mantenermi casta fino al matrimonio". Allora non sei cattolica, magari credi in dio (o in un dio) ma non sei assolutamente cattolica; dillo e prenditi le tue responsabilità.
Ancora meno senso ha chiedere che la chiesa di adegui ai tempi. NO.
Se ne sente l'esigenza appunto perchè le regole che la Chiesa si è data nel tempo sono passate a regolare la vita dei cattolici e dei non cattolici, ma la soluzione a questa assurdità non è pretendere che un Dio si adegui alle nostre esigenze.
Con questo non voglio dire che io sia dello stesso parere del prete riguardo agli omosessuali o all'aborto. Però sono del parere che quando ti metti sulla strada di Dio (qualunque sia il dio che preghi) devi accettare le sue regole, non pretendere di imporgli le tue.
Avevo pensato che sarei stata additata come "amica del giaguaro" e mi preparavo a rispondere a questo. Ma... in verità quei (pochi) fidati intimi che mi leggono sono parsi attratti da tutt'altro.
Vai a capire.
Il commento che ho ricevuto è stato "aaahhh ma allora vedi che sei religiosa, se sei intransigente come Bernardo Guy?"
Bene, passo a spiegare.
Essere religiosi NON significa riconoscersi nella chiesa cattolica. Lo so, probabilmente pecco di presunzione (o di ingenuità) a voler parlar tanto chiaro, ma che potete farmi, bruciarmi sul rogo? Al diavolo ;-)
Io credo che sia giusto e doveroso essere intransigenti in fatto di religione. La religione implica - per coloro che ci credono - un diretto e personale repporto con una divinità, non mi pare cosa da prendersi sotto gamba.
Ora io resto sempre un po' basita davanti a chi dice che la chiesa cattolica (ne parlo perchè siamo in italia e l'abbiamo continuamente sott'occhio) deve adeguarsi ai tempi se non vuole perdere credibilità, e deve aggiornare i suoi dogmi in materia di divorzio, aborto, contraccezione, omosessualità ecc.... Dico. Stiamo veramente dicendo che Dio deve adeguarsi ai cambiamenti sociali umani?
Io sono una fautrice del rigore religioso nel senso che se credi che Dio abbia parlato, beh, difficilmente sarà possibile fargli cambiare idea. Pertanto quelle direttive che per chi ci crede arrivano direttamente dalla sua voce non possono giustamente essre modificate. La chiesa cattolica è una istutuzione privata, potente, numerosa, e che ha tutti i diritti (e i doveri, se parliamo di ciò che Dio ha dettato) di mantenere un ferreo rigore AL SUO INTERNO.
E' una organizzazione che si da le proprie regole, chi desidera farne parte, le accetta.
Altro è il discorso quando si pretende che tali regole diventino legge dello stato, e pertanto che debbano valere per chi fa e per chi non fa parte di quella organizzazione. Questo non è accettabile, mai, in nessun caso. Come se io dovessi sottostare alla legge francese pur abitando in italia, per dire.
Ma chi sceglie una via ne accetta le regole, non ha senso dire "si, sono cattolica, vado a messa, ma non ho intenzione di mantenermi casta fino al matrimonio". Allora non sei cattolica, magari credi in dio (o in un dio) ma non sei assolutamente cattolica; dillo e prenditi le tue responsabilità.
Ancora meno senso ha chiedere che la chiesa di adegui ai tempi. NO.
Se ne sente l'esigenza appunto perchè le regole che la Chiesa si è data nel tempo sono passate a regolare la vita dei cattolici e dei non cattolici, ma la soluzione a questa assurdità non è pretendere che un Dio si adegui alle nostre esigenze.
Con questo non voglio dire che io sia dello stesso parere del prete riguardo agli omosessuali o all'aborto. Però sono del parere che quando ti metti sulla strada di Dio (qualunque sia il dio che preghi) devi accettare le sue regole, non pretendere di imporgli le tue.
Dici così perché, dall'esterno, vedi la chiesa cattolica come qualcosa di monolitico, e, suppongo, gerarchico. Inoltre confondi la fede (che è personale) con l'ortoprassi (che è pubblica). Il fatto è che quando si chiede alla Chiesa di "adeguarsi ai tempi" si parla in relatà di elementi del costume sociale (del passato) che la chiesa ha fatto propri nel corso della sua storia, ma che non incidono sulla natura dela fede in quanto tale. Non so se sono chiaro, ma il matrimonio ad esempio non è in quanto tale un'istituzione cattolica, tanto per fare un esempio. Io credo che le religioni vivano nella storia, non sopra di essa.
RispondiEliminasono sostanzialmente daccordo
RispondiEliminama è anche vero che quello che tu chiami ortoprassi è stata ed è presentata come parola di Dio, unica ed immutabile, non come un "costume" umano e sociale che la Chiesa fa proprio in un certo momento ma che potrebbe prima o poi smettere.
Il matrimonio che tu citi è vero, non è istutizione solo cristiana/cattolica, ma la chiesa ne da un interpretazione che - sostiene - proviene direttamente da Dio.
Se è così, cioè se si crede sia parola di dio, allora la legge è immutabile.
Se non è così, cioè se è solo usanza umana, allora magari un filo di elasticità da parte ecclesiastica eviterebbe tante difficoltà a tante persone.......
Nessuno studioso serio, cattolico o meno, può negare che i costumi, anche sessuali, del mondo cattolico siano molto cambiati; Il re dello Swaziland non ci trova nulla di male ad essere cristiano (anglicano, mi pare) e poligamo. Le prese di posizione attuali della Chiesa sono un complesso da "cittadella assediata", parte di un conflitto culturale, non essenziali in sé; e tra l'altro, credo che la stessa cosa valga per l'Islam, malgrado una importante opinione contraria (dell'antropologa egizio-americana Saba Mahmud)
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