mercoledì 18 ottobre 2006

VALORE AGGIUNTO.

Eh, si fa presto a parlare di valore aggiunto.


Cazzarola.


Oggi sono proprio... non so nemmeno io come sono. Arrabbiata, sconsolata. Un mix dei due.


Svolgo il mio lavoro con perizia e con amore - si con amore perchè mi piace e mi diverte, e ci credo - ma mi rendo vieppiù conto che il MIO concetto di come deve essere fatto è incompatibile con il SUO.


E per  "suo" intendo quello del mio diretto superiore, che è poi il direttore generale della società. Oh yeah.


Vivo questa realtà ormai da molto tempo. Sono mondi incompatibili: io parlo di persone, lui risponde con numeri. Il mio gruppo - il gruppo di cui sono responsabile - è composto da 20 persone; per me sono individui in carne ed ossa (bella parola, individui. Da il senso dell'unicità), con nome e cognome, con una storia, una vita privata, gioie e dolori. Due sono fidanzati tra loro, stanno comprando casa. Una ha 3 figli e un marito con cui quasi non parla. Uno è omosessuale, e non vuole ammetterlo. Due hanno una tresca clandestina, e fanno finta di niente. Una sta per sposarsi, una è innamorata di uno che non la vuole, un'altra sta cercando casa e amore tutto in un colpo solo. Uno è talmente giovane da faticare ancora coi congiuntivi (....). E così via.


Io sono il loro capo, e va bene. Però se hanno un problema li ascolto, se hanno una necessità cerco di venir loro incontro, valuto le situazioni caso per caso prima di decidere una linea di azione anche davanti ad un errore. Tengo conto dei carichi di lavoro, tengo conto della disponibilità di ognuno, cerco di incoraggiarli ed incentivarli.


Invece sembra che le persone non siano persone, ma pezzi di quello che fanno. Quante ore di servizio, quanti euro di fatturato, quanti euro di errori, e così via. Uno non è un individuo, ma 40 ore settimanali o 150 mila euro di fatturato. Si ragiona per tabelle. Si risponde alla gente con un grafico.


Io non ne posso più. Non ne posso davvero più. Non è vita questa. Non è il modo di lavorare.


Periodicamente mi dico "che si fotta" e smetto di mettermi problemi per tutti gli altri. Ma dura poco, non ce l'ho nel dna. E così ricomincia la giostra, una parola di troppo, una stretta allo stomaco. Una notte passata a pensare, un'alba ancora senza soluzioni.


Finchè succede qualcosa.


Ieri.


Ho ascoltato uno dei "ragazzi" che sembra particolarmente demotivato.


Gli ho offerto una soluzione.


Lui l'ha rifiutata.


Proprio così, mi ha risposto "no grazie, io passo".


Come dire, non mi interessa. Tu mi hai incoraggiato e io me ne frego.


Ci sono rimasta male fino alle lacrime. Non mi era mai successo di piangere in ufficio. Ma ieri proprio è stata una stilettata. Perchè ho pensato, se anche loro mi tradiscono, allora forse sono davvero io quella fuori posto. Forse bisogna veramente ragionare a compartimenti stagni, tenere il naso turato x 8 ore al giorno, tornare a casa e cominciare a vivere solo allora.


Così sono diventata "lui".


Ho risposto al disagio della mia persona con i numeri.


Glieli ho spiattellati davanti uno a uno, gli ho fatto vedere che il suo disagio non è "supportato dalla statistica". Ebbene, mi ha risposto hai ragione.


Avrei preferito un bel "vaffanculo, io sono un uomo e non una statistica".


Invece evidentemente, sono io che lo vedo come tale. Lui E' di fatto una statistica. E con lui tutti gli altri 19.


Mio dio che tristezza.


Che grande enorme incommensurabile tristezza.

5 commenti:

  1. Innanzi tutto bentornata!!!
    Certo che è davvero triste pensare che per la maggior parte della nostra giornata siamo considerati statistiche e grafici, ed è ancora peggio scoprire che c' è gente che ci si ritiene in prima persona....mah!!
    Credo che il comportamento ideale sarebbe una sana via di mezzo, fare presente tutto ciò che va o non va, ma senza perdere di vista il rispetto per la persona....

    PS: per risponderti al commento che hai lasciato da me....libera di prendere quello che vuoi, anche per il tuo blog, anche io l' ho copincollato da un'amica ;o)
    Buona giornata.

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  2. Da "capo" a "capo": come ti capisco!!!
    :-(

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  3. Anima: molto volentieri :-)
    Eagle: mal comune.... mal comune.

    ;-)

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