Non so, voi che cartoni guardavate??
No, perchè io mica li ho mai visti, così!
John Smith
Febo
Tarzan
Kocoum
Alladin
Ce ne sono anche altri... se volete..............
Non so, voi che cartoni guardavate??
No, perchè io mica li ho mai visti, così!
John Smith
Febo
Tarzan
Kocoum
Alladin
Ce ne sono anche altri... se volete..............
Quando decidi di rifare la cameretta, e il tuo razionale marito chiede al mobiliere un progetto x una cameretta con 3 letti... e tu hai 2 figli...... come la mettiamo con la razionalità???
Ah si, dura la vita del razionale.... ma più che altro dura la vita COL razionale..............
FIGHT BACK, YOU COWARD, FIGHT BACK!
Povero Severus.
Ieri pomeriggio tornando dal lavoro mi fermo in cortile a raccattare tutta la famiglianza, e vengo improvvisamente approcciata da una bambina. Due, a dire il vero. Una delle due, I., che conosco bene, teneva il viso nascosto tra le mani come se avesse fatto la peggior figuraccia della sua vita; l'altra, menava nelle mani una busta tutta ricoperta di cuoricini rossi. Questa seconda, che conosco meno, senza un filo di imbarazzo, mi dice "senti, lei vorrebbe che tu dessi questa a Riccardo..."
Oh santo cielo!
Prendo la busta e la guardo perplessa. Chiedo a I. se è proprio sicura sicura sicura, che poi quando è fatto è fatto e lei annuisce vigorosamente augurandosi, probabilmente, di essere presto inghiottita da una provvidenziale voragine. L'altra bambina si assicura scrupolosamente che io abbia capito chi è il mandante della lettera, e le due si dileguano.
Riccardo era ancora in palestra. Ciò detto,quanto tempo ci avrò messo secondo voi ad aprire attentamente la lettera e leggerla???????
Il messaggio si compone di tre fogli. Sul primo, la lettera vera e propria che dice che lei lo ama da tre anni (tre anni!!! ci rendiamo conto di quanti sono tre anni per una che ne ha 9 in tutto?????) e che spera che anche lui la ami. Sul secondo foglio c'è un disegno di loro due vestiti da sposi (!!!!!!!!!!!!!!) e sul terzo foglio i complimenti per quanto era stato bravo durante la recita scolastica.
Richiudo accuratamente e attendo il giovane rubacuori al varco.
Quello che mi ha stupito è stata la sua reazione. Sapevo che lui non ha alcun interesse nei confronti di questa bambina, e mi immaginavo una rapida occhiata ed una alzata di spalle, invece è rimasto molto colpito (anche se era già stato informato dalla solerte A. dei sentimenti di I. per lui.... massa di pettegoli!!) Ha letto in solitudine, ha lisciato molte volte la lettera con le mani come se fosse un prezioso dono, e poi l'ha nascosta "dove tu non la puoi trovare": Povero ingenuo :D
Gli ho chiesto cosa intendesse fare in proposito e lui ha risposto che "farà finta di niente", perchè si vergogna troppo. Ho cercato di convincerlo che fa veramente brutto ignorare una cosa del genere, ma ancora non ho fatto breccia.
Qui incomincia dunque il lungo e difficile lavoro per farne un uomo e non un dannato stronzo...
Certe volte non so cosa pensare.
Io ho una passione per il signore qui di fianco, sempre avuta, fin dagli anni giovanili... universitari. Per lui, e per tutti quanti come lui hanno cercato di sondare le insondabili profondità della psiche umana e di cavarne qualcosa di intelleggibile. Riuscendoci.. si e no. Ma non è detto che tutti gli abissi debbano per forza essere esplorati.
Perciò ho sempre cavalcato l'onda. Lavorare su se stessi, essere autocoscienti, autoreferenziali, autodeterminati, trovare le energie dentro di se piuttosto che fuori, non lasciarsi influenzare, essere sempre se stessi nonostante tutto, conoscersi sempre e comunque, elaborare, scavare, capire ecc ecc ecc... il mio cavallo di battaglia. Le mie linee guida.
Però... però però però.
A volte mi trovo a pensare che considerare il "bastare a se stessi" (semplificando) come un obiettivo ed una meta, e lavorare su questo punto fortemente per migliorare la propria vita può portarti a risultati che non sono quelli sperati. Mi spiego? No, eh?
Ci provo.
L'autostima. Siamo tutti daccordo che è qualcosa che dipende da noi. Siamo noi che dobbiamo fare in modo che la nostra mente non remi contro... ma come raggiungiamo tale risultato? Andando avanti con le nostre scelte come panzer prescindendo da tutto (perchè, diamine, siamo autodeterminati!)? L'idea che abbiamo di noi stessi si forma grazie agli specchi sul petto di chi ci sta attorno. E' utopia pensare che quel che gli altri pensano di noi non ci influenzi. Prendete una persona qualuque, e ripetetegli ogni giorno che è un coglione (esagero, qui, vale anche con giudizi ben meno pesanti e più sottilmente comunicati...). Poi quando comincia a sentirsi insicuro, ditegli che la sua autostima non dipende da voi ma da lui e che deve lavorarci!
Posso io, in coscienza, lavorare su me stessa fino a raggiungere un grado di sicurezza tale da poter pensare che il mio prossimo è un coglione, e poi lavarmi le mani dell'impatto che questo ha su di lui (un "lui" ipotetico, è solo per non dire sempre "questa persona"), perchè se è insicuro son fatti suoi, deve lavorarci, e non posso mica preoccuparmi io della sua autostima? Beh. Tempo fa avrei risposto di si. Avrei detto che qualunque cosa io possa dire, lui non ne sarà scalfito se ha fatto un buon lavoro su se stesso.
Oggi, sono su posizioni più morbide.
Altro esempio, le scelte. Le scelte che ognuno fa nella sua vita, grandi o piccole. Le scelte sono personali, ognuno le fa per se stesso e ne porta il peso - greve o leggero che sia. Però le scelte che facciamo non prescindono dalla "comunità umana" che ci circonda. Per esempio, se mio marito mi dice che gli piaccio coi capelli corti, e io decido di tagliarmeli, non è che la scelta sia di qualcun altro, è mia. E non è nemmeno che mi sia stata imposta. Però è influenzata, condizionata (sono termini che non uso in accezione negativa) dal parere che mio marito mi ha dato. Dunque, non si potrà dire poi che lui non c'entra niente con la mia scelta. Si potrà dire che non ero obbligata... ma non che non ne ha avuto parte.
Dunque, diversamente da quanto i miei anni giovanili mi avevano portato a pensare, oggi mi sento piuttosto critica nei confronti di chi usa questo tipo di risposte. "Non dipende da me", "non devi farlo per me"... a volte mi sembra che siano modi per togliersi una responsabilità dalle spalle, per non ammettere che tutto quello che facciamo ha un impatto, e magari anche grosso, sulla vita di chi sta con noi. Di più, che le cose che a noi sembrano piccole possano avere un impatto enorme, inaspettato.
Come le increspature di un sasso gettato in acqua.
E poi, cosa significa "non devi farlo per me"?? Certo, le cose in ultima analisi le si fanno sempre per se stessi. Ma un uomo che si tiene in forma in palestra, non lo fa forse per piacere a qualcuno, oltre che a se stesso? Una donna che si trucca, non lo fa forse per il medesimo motivo? Un bambino che si impegna a scuola, non lo fa per rendere fieri i suoi genitori, oltre che per imparare e sentirsi "a posto con se stesso"?
E la domanda fondamentale è: cosa c'è di male in questo?? Dobbiamo forse vergognarci di fare le cose per far piacere a qualcuno? a un marito, a un compagno? Dobbiamo vergognarci di prendere decisioni ogni giorno badando a quello che desidera qualcun altro, oltre che noi stessi? NO! CERTO CHE NO! Io non me ne vergogno. Una volta l'avrei fatto. Oggi non più. Anzi, sono convinta che proprio questo sia il senso di fare le cose.
E dunque, non dobbiamo dispiacerci, quando dopo i nostri sforzi, ci sentiamo rispondere "dipende solo da te, non da me"??
Tutti noi dovremmo prestare attenzione a questo aspetto, poichè viviamo qui, ora, in mezzo alle persone, non ingrottati sulla cima dell'Himalaya. E nemmeno dentro un manuale di psicologia generale.
Credo proprio che il vecchio Sigmund non sarebbe affatto contento di me.
Oggi mi è stato detto che sono una aliena...
Stavo parlando con un collega (il cui soprannome è ET.....) a proposito di una persona un po' strana che lavora qui con noi, e io scherzando ho detto che questa persona sembra un po' marziana...
E lui "si, già tu sei di un altro pianeta, lei poi...... "
Ma come? Marziana, io????????
Maddai!
Venerdì sera dovevo comprare un biglietto della metropolitana. Siccome ero di corsa e alla biglietteria c'era un delirio, sono andata alle macchinette automatiche.
Non le avevo mai usate, da quando i biglietti sono cambiati, così al mio turno, mi avvicino e comincio a leggere. Una mano nera appare nel mio campo visivo e schiaccia il bottone giusto. "Devi schiacciare qui" mi dice la faccia collegata alla mano. Un giovanotto dall'aspetto senegalese sorridente e gentile. "Ah, grazie" dico io, e continuo a leggere.
Lui: "dove devi andare"? gli spiego, e lui mi dice che devo prendere un biglietto cumulativo. E io "no, non cumulativo, interurbano... ecco, guarda, è questo, da 1.55. E' quello che pago di solito" Lui insiste che no, che è il biglietto sbagliato e che non sarei riuscita a passare dai tornelli.
Io, siccome sono testarda e preferisco sbagliare da sola che far giusto con un aiuto, prendo il biglietto che ho deciso e vado a timbrare. Come previsto, niente. Il tornello me lo sputa fuori dicendo che non va bene. Mi avvicino al controllore e chiedo spiegazioni. Lui dice che se non passa, vuol dire che è sbagliato. Gli dico, "ma no, è quello da 1.55, lo prendo sempre.... ecco guardi..." e tiro fuori il biglietto che avevo usato la mattina. Glie li passo tutti e due, quello li guarda un momento e mi fa:
"Signora, lei non sa leggere"
Giuro, proprio così, "lei non sa leggere". Mi ridà i biglietti e in effetti, tra le scritte e i simboli presenti, vedo che sul quello del mattino c'è la dicitura "U+1/2" mentre su quello che ho in mano c'è scritto "1 + 1/2"
"Ahhh.. "dico io... "vedo. ma costa uguale....."
E il controllore, di nuovo
"Prima di insistere, impari a leggere"
Non ci potevo credere. 'sto imbecille lavacessi! Lo insulto come merita, gli consiglio un bel corso di buone maniere, e torno verso le macchinette. E chi ti trovo?? Il mio amico senegalese che mi presidia una macchinetta libera (avrà sghignazzato vedendo il mio alterco con il controllore!!) che mi dice "ecco, vedi? quello cumulativo dovevi prendere........." e con rapidi gesti, mi schiaccia tutti i pulsanti e mi fa apparire il biglietto giusto. E poi mi dice "Non buttare quello, eh? qui non funziona, ma fuori Milano lo puoi usare"
Gli sorrido e ringrazio più e più volte. Considero brevemente l'idea di dargli dei soldi, ma sembra quasi un insulto... come se la gentilezza si potesse comprare.
Vado ai tornelli e il biglietto nuovo, ovviamente, funziona.
Alla luce di quanto successo, informo tutti coloro ai quali potesse mai interessare che se mai verrà approvata la legge che separa le carrozze della metro di milano in base alla nazionalità o alla città di provenienza, io viaggerò sulla carrozza degli stranieri.
Inoltre, propongo che venga approvata urgentemente una legge che obbliga i controllori come quello con cui ho parlato a viaggiare separati da tutti gli altri viaggiatori - di qualunque nazionalità - perchè gli stronzi puzzano.
Non giurare con leggerezza!
Quando giuri, levi al cielo parole
che qualche Dio si annota
e di cui, prima o poi, ti chiede conto.
Complice un viaggio all'estero dei miei genitori, mi son concessa due giorni due di ferie, per stare a casa col Ninnolino che altrimenti dovevo lasciarlo in mezzo ad una strada. Il Genio Grande è ad una fiera in Germania.
Devo dire che la vita con un bambino affascinato dallo scarico del cesso non finisce mai di stupirti (stavo per dire "non cessa" ma mi sono trattenuta). Non ci siamo negati niente: passeggiate, parco, pisolini, cibo-schifezze, insomma, tutto quel che ci vuole per passare un paio di giorni divertenti.
Al parco è uno spasso. Quando capisci che la tua prima priorità sono le scarpe comode (corre fortissimo!), sei a cavallo. 15 piani di scale (lo scivolo su e giu su e giù) in 15 minuti secchi. Roba da record olimpico. Fila come un razzo giù dalla discesa (al diavolo quei bambini di 5 anni che vengon giù con la manina...) e si schianta inesorabilmente con le chiappe per terra ridendo come una mini-iena molto ma molto felice. Splendido, direte voi. Si, se non ha prodotto scorie nel frattempo. Se invece le ha prodotte, a furia di botte sul patello torni a casa e le scorie glie le trovi sul collo, glie le trovi..... come ho detto, non ci siam fatti mancare niente.
In cortile, tutti i passeri/piccioni/merli sono suoi. Li rincorre urlando e battendo le mani, quelle povere bestie non saranno mai più le stesse dopo essere incocciate in cotanto terrore. Lui in compenso è deliziato, piccolo bastardello in erba che altro non è. Dopo i 15 piani del mattino, un pomeriggio in cortile fanno almeno almeno una decina di chilometri di corsa. Poi mangia come un lupo... e vorrei vedere, vorrei.
Mettiamoci anche le arrampicate in cameretta, ed il quadro è completo.
Sul fronte Piccolo Genio, abbiamo da segnalare una recita scolastica, avvenuta ieri, per la quale il suddetto doveva tingere i capelli di rosso. Con le bombolette, quelle di carnevale. Secondo voi, quante bombolette di carnevale esistono AL MONDO nel mese di maggio???? Ricerca lunga e difficile, e giovane attore sempre più depresso.... ma alla fine fortunatamente abbiamo incontrato un cartolaio gentile che è sceso in cantina a controllare... ed ha trovato il fatidico spray. Pettinato come Ficarra e rosso come la Fenice, devo dire che faceva il suo effetto, quel ragazzino. Credo che la cute della testa abbia subito danni permanenti, ma tant'è... faremo crescere i capelli.
Entrambe le sere, il PG ha chiesto di poter vedere la tv un po' più a lungo del solito, visto che eravamo soli (non so bene come c'entri una cosa con l'altra ma per la mia salute psichica non indago mai troppo a fondo nei processi mentali del mio figlio grande). Entrambe le sere alle 21 spaccate ronfava sul divano con la bocca aperta e la bolla al naso. Ieri, in particolare, dopo la recita e l'allenamento di judo era veramente steso, ma sapete com'è, mi spezzo ma non mi piego.
Quando capita e ho il Genio Grande a portata di mano, il problema non si pone perchè lo prende su e lo porta a letto. Io non riesco, quindi lo devo svegliare. Parole mooolto ma molto grosse. Lo sbatacchio per circa 15 minuti, al fine di ottenere un lieve sollevamento di una delle due palpebre. Quando lo spiraglio si apre gli dico "dai che andiamo a letto". Lo trascino letteralmente giù dal divano e lo metto fisicamente in piedi, poi tenendolo per mano e facendogli evitare gli stipiti, lo porto in bagno. Qui, lui normalmente staziona per circa 45 secondi immobile e ad occhi chiusi davanti alla tazza apparentemente senza un indizio su cosa ci debba fare. Allora di norma suggerisco "fai pipì, amore" e lui arriva a tirarsi giù la patta, ma cerca di farla senza estrarre l'apposito attrezzo. Devo dargli istruzioni molto precise, altrimenti se la fa sulle ciabatte :-) Dopo questa operazione, strascicando i piedi e con gli occhi chiusi, si lascia trascinare nel lettone (quando il genio grande non c'è, i topi ballano...) sul quale si accascia tipo masso da 3 tonnellate che cada da 2000 metri durante una seria frana. Dorme prima di toccare il cuscino. Il bello è cercare di sollevarlo per ficcarlo sotto le coperte.... praticamente un'ernia sicura.
Stasera il Genio Grande torna e la vita riprenderà il suo corso normale. Peccato :-D
L'Ale ha due occhioni grandi grandi spalancati che sembra che vedano tutto per la prima volta. Ha un viso chiaro e aperto, capelli domati, mani lunghe e sguardo attento.
Ti si avvicina di soppiatto e ti sorprende con un bel sorriso franco, schietto, che nasconde un po' di timidezza e l'aria di chi si è fiondata dal letto come un bussolotto proprio appena in tempo per non far tardi :D
L'Ale ha tutta l'aria di una che, al Disney Store, comprerebbe anche la cassiera. Come non capirla, del resto. Tende la mano al Piccolo Genio il quale le risponde compunto. Miracolosamente.
L'Ale anche se non ti ha mai visto, ti porta un regalino, semplicemente perchè è una pesona genitile e delicata, e poi lo sa, quanto ti piace..... L'Ale ha una copia per se della stessa cosa che ti ha regalato, ed ora anche lei è perduta per sempre............. :D Benvenuta nel Clan, mia cara. Gradisci dell' orso selvatico?
L'Ale deve essere maneggiata con cura. Si vede ad occhio.
Topola, bisogna bissare presto.
Io non capisco perchè, quando vai in libreria e ne esci con un titolo "d'amore" ti guardano tutti strano.
Simil-intellettuali a frotte che agrottano le sopracciglia, e il fumetto sulla loro testa dice "donnetta". Donnetta perchè naturalmente nessun uomo, vero macho colto ed intelligente, leggerebbe mai certa robaccia
Come se l'amore fosse cosa da persone da poco.
Centinaia di splendidi libri sono stati scritti sull'argomento. Certo non cose da donnicciole.
Fosca? Malombra? I dolori del giovane Werther? Orgoglio e Pregiudizio? Ragione e Sentimento? Mai sentiti questi titoli? Persino Le ultime lettere di Jacopo Ortis, benchè copiato par paro, ce lo propinano a scuola come esempio della letteratura di quell'altro secolo.
Anche titoli molto più insospettabili. Dracula, di Bram Stoker, non prende forse l'avvio dal dolore del Conte x la perdita della sua amata? Frankenstein? Non c'era magari qualcosa a proposito di far rivivere la fidanzata del dottore, nonchè il suo fratellino? Persino il misoginissimo Tolkien, fa muovere uno dei suoi personaggi principali con l'unico scopo di ottemperare ai dettami del padre della sua amata, onde poterla sposare, nonostante le insormontabili differenze tra i due.
Ma mica è finita. Ulisse, non sopporta tutto quel che sopporta x 10 lunghi anni allo scopo di tornare da Penelope? E lei, cosa sopporta per lui, ce lo vogliamo ricordare?? Ma poi, vogliamo citare, che so, soltanto Shakespeare? Lasiamo stare l'evidente storia degli sfortunati amanti veronesi, ma dico, Molto rumore per nulla non l'ha letto nessuno? E il Sogno di una notte di Mezza Estate, non comincia da una bega tra innamorati (il re e la regina delle fate), per poi estendere gli equivoci a diverse altre stranamente assortite coppie??
Sant'iddio, persino in Harry Potter, tutto prende il via da un amore impossibile e dalla vendetta di "lui" per l'uccisione intempestiva di "lei" (e del di-lei-marito, appunto, l'amore era impossibile....)
Ce n'è per tutti i gusti. E non solo in letteratura. Vogliamo parlare dell'Aida? Vogliamo discutere di Klimt?
Questi solo quelli che mi vengono in mente così, al volo, in ufficio durante la pausa pranzo.
Dunque, miei cari benpensanti finti intellettuali ignoranti e beceri: tenetevi i vostri sguardi di sufficienza. Io leggo 50 libri l'anno, minimo, e non mi fate nessuna impressione.
Toh mo'!