Ma che sarà successo??
Io per tornare a casa dall'ufficio prendo la metropolitana. La mia fermata è la seconda dopo la biforcazione, il che significa che devo stare attenta su quale treno salgo, onde evitare di trovarmi allegramente al confine della provincia di Bergamo, sola triste ed abbandonata. Trattasi di operazione piuttosto semplice, che attuo da anni con ottimo successo, mai un cedimento, mai un momento di debolezza. Insomma, che diamine, sono una ragazza organizzata.
Ieri sera salgo sulla metro, mi sprofondo nella lettura del mio amatissimo HP and the Half Blood Prince (...), e non alzo la testa fino alla fermata della biforcazione. Tutto Ok, tra una decina di minuti sono a casa. Il treno riparte. Dopo pochi istanti, se fossi stata che so, Paperino, un bel punto di domanda rosso scintillante si sarebbe materializzato sulla mia testa. La velocità mi pareva eccessiva, la fermata troppo lunga. Quando il mio metropolitanico fisico si preparava alla frenata, incece il treno accelerava. Vuoi vedere, penso, che sono capitata in un libro di Stephen King e manco lo so? Vuoi vedere che il conducente ha deciso di saltare la fermata per protesta per le dimissioni di Prodi? Vuoi vedere che... oooopppporcccc.....Vimodrone. Come Vimodrone? E che l'è Vimodrone?? Il Vimodrone del Colera....
Prorompo in una femminilissima esclamazione degna dei miei studi ad Oxford, e mi fiondo giù dalla metro spintonando a destra e a manca, una vera Lady. La gente mi guarda come fossi matta, ma che volete, i matti abbondano e ormai nessuno si stupisce più di tanto.
Beh, dai, pensiamo positivo. Dopotutto poteva andar peggio, mi sono accorta subito dell'errore e tutto quello che devo fare è tornare indietro di una fermata e salire sul treno giusto. Poco male. Giro sull'altra banchina per aspettare il treno che mi avrebbe riportato sulla giusta via, ma il convoglio precedente è appena passato e mi toccano diversi minuti di attesa. Mi guardo in giro, il deserto dei tartari. La stazione è quanto di più "periferico" si possa immaginare. Scialba, squallida, spopolata (a parte una signora anziana seduta su una panchina che gioca con degli animaletti di plastica e parla da sola...), mi ricorda vagamente quello che il mio cervellino adolescente immaginava essere la famosa fermata dello Zoo di Berlino.
Il treno arriva, salgo, scendo, e con una insperata botta di fortuna, quello che mi deve portare a casa è già in banchina come se attendesse solo me. In totale, una ventina di minuti scarsi di ritardo, e me la sono cavata. Camminando nel familiare parcheggio verso la macchina (la mia macchina meriterebbe un post a parte, ma non vorrei tediarvi...) inizio a pensare... ma come sarà potuto succedere che sbagliassi treno? Voglio dire, lo faccio tutte le sere, da anni, non è mai successo. Ormai è un puro meccanicismo abitudinario non esiste al mondo che salga su un qualunque tipo di treno senza prima leggerne la destinazione. E' come, non so, come chiudere la porta a chiave la mattina quando si esce: non è che uno lo faccia proprio consapevolmente, lo fa e basta.
E se fosse un segno? Ossignur, e se fosse un segno? Si dice, no, che se una farfalla sbatte le ali in Cina, magari un vulcano erutta alle Hawaii...
Dunque, vuol dire che NON dovevo essere sul treno giusto, forse c'era qualcuno che non avrei voluto incontrare? Forse dovevo tornare a casa in ritardo, forse avrei avuto un incidente sulla strada 15 minuti prima? Forse dovevo vedere la signora anziana matta giocare coi suoi animali, forse è la sorella della cugina della prima compagna di stanza di mia mamma al college e avrà una fondamentale importanza nel mio futuro?
Forse sono solo mezza stordita e avrei fatto meglio a stare più attenta? Cullata da questo confortante pensiero, giro le chiavi nella toppa di casa e vengo immediatamente assalita da un giovane essere umano di un metro e 25 con la forza di 10 adulti cocainomani sovraeccitati dalla partita di calcio. E immediatamente ho la certezza.
E' tutto assolutamente normale.
A.